Freddo, razzia di lumini «Li rubano per scaldarsi»

Il dramma dei senzatetto: furti in serie nei cimiteri della Vallagarina

di Laura Galassi

Questo sarà anche un inverno mite, ma quando si passa la notte all'aperto o in ricoveri di fortuna, bastano pochi gradi sotto zero per soffrire le pene dell'inferno. Chi non ha un tetto sopra la testa si arrangia come può: accende fuochi con i rifiuti e usa le candele per avere un po' di luce.
Pur di riscaldarsi le mani e non trascorrere tutta la notte nel buio più totale, qualcuno si abbassa perfino a rubare i lumini del cimitero. Un gesto vile, che solo chi ha perso ogni dignità, e forse la speranza, può avere la forza di compiere. 

Eppure succede molto spesso. Ogni giorno, dalle tombe di Rovereto, scompaiono diversi ceri, collocati dai familiari accanto alle foto dei loro cari defunti come ricordo. I furti aumentano con l'arrivo della stagione fredda: i senzatetto si intrufolano nei campisanti della città e, non visti, mettono in tasca le candele. I dipendenti dell'Azienda multiservizi Rovereto (Amr) che ha in gestione i sei cimiteri della città della Quercia, conoscono bene questa triste situazione. Soprattutto nei luoghi di sepoltura di San Marco e di Santa Maria, ogni settimana vengono sottratte decine di lumi. «Prendono solo quelli con la cera, le luci a pile non interessano. Questi disperati hanno bisogno di scaldarsi» spiega Andrea Pedrotti, referente per i cimiteri di Amr.

Rovereto da anni è impegnata nel fornire un letto e un pasto caldo a chi non ha una casa, soprattutto nei mesi invernali. I ricoveri, però, sono spesso pieni e per alcune persone è difficile rispettare le regole (indispensabili) stabilite da chi gestisce i centri di accoglienza. Per questo, anche in Vallagarina, ci sono ancora molti disperati, stranieri per la maggior parte ma anche sempre più italiani, che trascorrono le loro giornate nascoste negli edifici abbandonati e che, per sopravvivere al freddo, improvvisano falò recuperando «combustibile» di fortuna. «Entrano nei cimiteri quando è già buio, a ridosso dell'orario di chiusura, quando la sorveglianza è minore, anche perché dobbiamo occuparci di sei strutture sparse sul territorio», spiega Pedrotti. 

Le famiglie derubate si accorgono del furto solo nei giorni successivi: a dare fastidio, in questo caso, non è la perdita economica, ma il sapere che la tomba è rimasta a lungo al buio ed è stato oltraggiato un luogo sacro. Il controllo dei cimiteri è diventato ancora più difficile da quando, dal primo di ottobre scorso, Amr ha preso in gestione anche i sette campisanti di Mori, in seguito al pensionamento dell'operaio comunale addetto al servizio cimiteriale. I cinque operatori dell'Azienda multiservizi, quindi, ora devono occuparsi di tumulazioni, sepolture e pulizia oltre che a Mori capoluogo, anche nelle frazioni montane, da Valle San Felice a Besagno, in base a una convenzione triennale.

Su quest'argomento la Lega Nord di Mori ha appena depositato un'interrogazione. Il consigliere Fiorenzo Marzari denuncia la scomparsa di statuine dalle tombe, angioletti e personaggi del presepe e chiede alla giunta guidata dal sindaco Stefano Barozzi quali provvedimenti Amr intende adottare per prevenire il ripetersi di questi spiacevoli fatti. L'Azienda multiservizi roveretana, al momento, però smentisce ogni furto all'interno delle strutture moriane. Se a Rovereto la sottrazione di lumini è ormai prassi, il camposanto di via del Garda nella borgata sembra essere ancora al sicuro. Per evitare di lamentarsi dopo, però, la Lega ha presentato appositmente un'interrogazione proprio perché, come recita un vecchio adagio, prevenire è meglio che curare.

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