Ex direttore Lidl accusato di estorsione

Avrebbe preteso soldi per dimenticare un furto

di Chiara Zomer

Tra le grane che si trova a dover gestire un direttore di supermercato, quella più fastidiosa è certamente il controllo sul fronte dei furti. Perché sempre più spesso nei supermercati la mano lunga di chi non vuol passare alla cassa crea danni. Solo che qualcuno evidentemente pensa di gestire la cosa alla moda del far west. O quantomeno questo è ciò che imputa la procura ad un ormai ex direttore di supermercato roveretano. Che - sempre ammesso che le accuse siano confermate - avrebbe cercato di guadagnare oltre il lecito. Trovato un cliente con della merce non pagata, l'avrebbe costretto, per evitare la querela, a versare una somma pari a cinque volte il valore degli oggetti in questione. E poi, non pago, avrebbe chiesto altri 100 euro in contanti per sé. Un'idea che, se vera, si è rivelata decisamente poco furba: il presunto ladro (che ha sempre negato il furto) avrebbe pagato quanto richiesto. Ma poi avrebbe pure sporto querela dai carabinieri. Risultato: l'ormai ex direttore finirà la settimana prossima davanti al giudice per l'udienza preliminare. Il pm Fabrizio De Angelis ha chiesto il rinvio a giudizio per estorsione.

La vicenda risale alla primavera dell'anno scorso. Protagonisti suo malgrado un cliente roveretano e il supermercato Lidl. L'uomo è andato nel negozio di via Benacense per qualche acquisto. Ha messo nel carrello una borsa che ha riempito, e poi svuotato alla cassa. Solo che al momento di chiudere lo scontrino, un dipendente del supermercato si è avvicinato, facendo notare che erano rimasti tre oggetti nella borsa. Il cliente in questione si è scusato, dicendo che non se n'era accorto, e ha chiesto di aggiungerli al conto. Ma il responsabile del negozio - S.T. le iniziali, 31 anni originario dell'Albania ma da tempo residente a Mori - non era dello stesso avviso. Secondo la querela il direttore avrebbe chiesto il pagamento al supermercato di un valore cinque volte quello reale dei beni. E il cliente ha acconsentito, pur di non avere problemi. Dai 15 euro e rotti che avrebbe dovuto pagare, ha versato - con bancomat - circa 75 euro. Ma, sempre secondo la querela, il direttore non si sarebbe accontentato. Avrebbe chiesto anche 100 euro in contanti per sé. Il tutto per chiudere un occhio e non avvisare le forze dell'ordine.

Il cliente a quel punto avrebbe deciso di pagare. Nonostante fosse tutto palesemente illecito. Ma i soldi non li aveva con sé, ha garantito che sarebbe tornato con i contanti. Un accordo reso possibile solo dopo che il responsabile del negozio ha scattato una foto della carta d'identità del cliente. Che dev'essere stato spaventato sul serio, perché anziché la strada più veloce verso la caserma dei carabinieri, una volta uscito dal supermercato ha perso quella verso il bancomat più vicino. Ha fatto il prelievo ed è tornato. A quel punto avrebbe consegnato il denaro.

Vicenda chiusa, dunque? No. Il cliente ha aspettato qualche tempo - presumibilmente le settimane necessarie per essere sicuro di non beccarsi una denuncia per furto - e poi ha raccontato l'accaduto ai carabinieri. Immediata è scattata l'indagine per estorsione a carico dell'ex direttore. Dal supermercato, che risulta estraneo alla vicenda, per ora nessun commento. Ma sembra che l'imputato non lavori più per la nota catena di discount. Resta, quello di cui dovrà rispondere l'ex direttore, un reato di quelli pesanti, per il quale l'uomo potrà difendersi a breve: giovedì si terrà l'udienza preliminare, anche se non è escluso un rinvio, posto che l'avvocato dell'imputato ha recentemente rimesso il mandato. Il pm comunque ha chiesto il processo, ritenendo quindi credibile il racconto del cliente, che ora dovrà decidere se costituirsi parte civile.

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