Rovereto, rissa tra 2 famiglie per colpa di un parcheggio

di Nicola Guarnieri - NO

Sarà l’imminente cambio di stagione, con la primavera che sgomita per cacciare il freddo inverno, o forse saranno le tempeste magnetiche che aleggiano sui cieli roveretani fatto sta che qualche cittadino, ogni tanto, perde la trebisonda. Per motivi futili, per non usare termini più coloriti.

Ieri a mezzogiorno si è avuta l’ennesima conferma del surriscaldamento climatico-sociale in viale Trento dove un parcheggio non proprio ortodosso ha scatenato un parapiglia verbale e fisico non finito in rissa solo grazie al pronto intervento dei vigili urbani e dei carabinieri.

Protagonisti di uno scontro oltremodo sopra le righe sono state due famiglie alensi. La molla che ha fatto saltare i nervi agli astanti, come detto, è stato un posteggio maldestro davanti alla Banca di Trento e Bolzano. Le due macchine hanno raggiunto l’area di sosta praticamente insieme. Quando il conducente della prima vettura ha spento il motore, è arrivata l’altra automobile. Peccato che, dopo essersi affiancato al mezzo già parcheggiato, il passeggero, aprendo di forza la portiera, abbia toccato lo specchietto retrovisore rompendolo. Ed è scoppiato il finimondo.

Il proprietario del veicolo danneggiato è infatti sceso dall’abitacolo urlando come un forsennato, lanciando improperi contro i vicini di sosta e augurando loro quanto nemmeno il dizionario delle malvagità riporta. I tentativi di scusarsi - e magari compilare la constatazione amichevole delegando l’assicurazione a liquidare i danni, nemmeno 100 euro - non hanno prodotto alcun risultato.

Anzi, a dar man forte al marito ci si è messa anche la moglie, gridando più forte e inventandosi pure insulti non ancora catalogati. La tenzone, a quel punto, è sfociata in tutto il suo folcloristico vociare. Perché anche l’autista distratto ha cominciato a inveire ben spalleggiato dalla consorte che di soccombere in quanto a fantasia di epiteti non ne aveva affatto voglia. E ci si è messo pure il figlio di 14 anni, per un po’ rimasto ad assistere allo sfogo degli adulti, che ha deciso di condividere gli stili di vita dei grandi. Dalla prova orale a quella pratica è stato dunque un attimo: le mani si sono alzate e gli spintoni hanno condito un mezzogiorno di fuoco per non dire di ordinaria follia.

Il parapiglia a decibel da discoteca ha richiamato l’attenzione di decine di persone che si sono affacciate al ring stradale prima con curiosità e poi con preoccupazione. Tant’è che in tanti hanno telefonato a polizia locale e carabinieri per sollecitare un intervento sedante. Le forze dell’ordine ci hanno messo un attimo a materializzarsi, un po’ meno per riportare tutti alla calma. Perché i contendenti, dopo aver seguito gli agenti al comando, hanno ripreso a insultarsi come scaricatori di porto rischiando di essere tutti arrestati. Alla fine è tornata una parvenza di sereno pur con addensamenti di nuvoloni neri assai evidenti. Il verbale del «fattaccio», però, sarà spedito in procura e il magistrato deciderà come muoversi, ovviamente in attesa di querele di parte.

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