Nozze gay, sì di Miorandi Andreatta invece dice no

Sta facendo discutere anche in Trentino la decisione del sindaco di Roma di registrare, sabato scorso, le nozze avvenute all'estero di sedici coppie omosessuali. Un gesto eclatante che ha diviso l'opinione pubblica e gli esponenti politici. C'è chi (Andrea Miorandi) applaude l'iniziativa di Ignazio Marino, chi invece (Alessandro Andreatta) la considera una provocazione e fa sue le parole del ministro degli Interni Angelino Alfano: «La firma del primo cittadino della Capitale da un punto di vista giuridico non vale nulla»

di Nicola Marchesoni

miorandiSta facendo discutere anche in Trentino la decisione del sindaco di Roma di registrare, sabato scorso, le nozze avvenute all'estero di sedici coppie omosessuali. Un gesto eclatante che ha diviso l'opinione pubblica e gli esponenti politici. C'è chi applaude l'iniziativa di Ignazio Marino, chi invece la considera una provocazione e fa sue le parole del ministro degli Interni Angelino Alfano: «La firma del primo cittadino della Capitale da un punto di vista giuridico non vale nulla».


Tra questi ultimi si colloca il sindaco di Trento Alessandro Andreatta che, nei giorni scorsi, sull'argomento nozze gay, ha fatto sapere che in materia di matrimoni la competenza è del prefetto. Non la pensa come lui Andrea Miorandi. «Bisogna risolvere al più presto - spiega il sindaco di Rovereto - quello che è a tutti gli effetti un problema. Impedire a due persone che si vogliono bene, seppur dello stesso sesso, di coronare la loro storia d'amore è una cosa che non sta né in cielo né in terra». E aggiunge: «Da tempo sto studiando insieme ai legali del Comune e ai miei collaboratori un modo per validare alcune nozze, iscrivendole nel registro anagrafe. Voglio soddisfare la richiesta di una coppia che si è rivolta a me per questo».


Non ha paura delle conseguenze che una simile azione potrebbe avere: «Rischio un cartellino giallo dal prefetto? Siamo ormai abituati a prenderne tanti ammonimenti noi amministratori locali». È pronto ad appellarsi a Bruxelles: «Sui diritti delle coppie di fatto e delle nozze gay siamo gli ultimi in Europa. Se Roma non ascolta me, Marino e gli altri miei colleghi che si stanno muovendo per vincere una battaglia di civiltà, lo farà l'Europa. Voglio mettere fine allo scandalo dell'impossibilità per una persona di assistere il suo partner in ospedale solo perché non esistono norme ad hoc».


Miorandi anticipa all'Adige l'intenzione di sensibilizzare sulla questione gli altri sindaci del Trentino Alto Adige: «Dobbiamo fare sinergia. Sarebbe bello dare una lezione anche al Consiglio provinciale che sul rinvio della legge contro l'omofobia ha dato ragione a quanti si allontanano da una politica incapace di dare risposte alla gente». Il presidente del Consorzio dei Comuni Paride Gianmoena ammette che nell'unione tra omosessuali c'è una lacuna legislativa: «Non mi pronuncio su quanto fatto da Ignazio Marino. Certo è che il legislatore deve fare chiarezza, una volta per tutte, su una materia dove la confusione e la mancanza di regole genera situazioni antipatiche».

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