La banda dei fiori colpisce ancora

Cinque furti in poco più di due mesi. Il primato, degno del quartiere più malfamato di Tijuana, è stato segnato venerdì mattina nei negozi al civico otto di via Benacense. A rendere più grottesca (o più preoccupante, questione di punti di vista) la vicenda, il fatto che qui si parla di vasi da giardino, di piantine fiorite, di composizioni floreali

Cinque furti in poco più di due mesi. Il primato, degno del quartiere più malfamato di Tijuana, è stato segnato venerdì mattina nei negozi al civico otto di via Benacense. A rendere più grottesca (o più preoccupante, questione di punti di vista) la vicenda, il fatto che qui si parla di vasi da giardino, di piantine fiorite, di composizioni floreali.


«Non sappiamo più come commentare», racconta sconcertata la signora Stablum, titolare della stireria al centro del trittico commerciale nel mirino dei bizzarri ladri specializzati in fiori.
Alla destra della sua bottega c'è un salone di parrucchiera. Alla sinistra un negozio di fiori. Tre esercizi gestiti da altrettante donne, tre imprenditrici che lottano quotidianamente contro la crisi e contro gli accenni di degrado di una strada che «viene un po' lasciata a se stessa. Via Benacense è polverosa e trafficata e noi tentiamo di renderla più gradevole proprio alloggiando fuori dalle nostre botteghe dei colorati vasi di fiori, per rallegrare e ingentilire l'ambiente».
Il verde contro lo smog, i fiori contro il traffico. Ma contro la «mano lesta», così l'hanno battezzato le tre commercianti, non c'è rimedio.


L'ultimo colpo è stato messo a segno l'altra notte, quando sono spariti due vasi da esterni larghi un metro ed alti 40 centimetri con dentro qualche fiore.
«Deve essere venuto con una macchina, questa volta ha fatto le cose in grande. - commenta amareggiata la Stablum - Non poteva certo portarli via a piedi».
È stato solo l'ultimo colpo di una lunga serie. La prima volta «mano lesta» colpì l'otto marzo. Ovviamente, la refurtiva era composta da mimose. Poi altre due razzie, fino ad arrivare al «colpo di Pasqua», forse quello che più ha ferito le tre esercenti. «Avevamo fatto una composizione con delle ramaglie, cui avevamo attaccato fiocchi e decorazioni e uova decorate. L'idea era di permettere ai bambini di passaggio con le famiglie di staccare dai rami delle uova o dei dolcetti, così da rallegrare la loro passeggiata. Un piccolo regalo di Pasqua. Ma pochi giorni prima di Pasqua, è sparito tutto».


La componente economica della vicenda, per quanto marginale, comunque c'è. Gli ultimi vasi trafugati costavano 26 euro l'uno, più il valore delle piante e della terra.
La Stablum e colleghe non si sono comunque perse d'animo. Di fronte al diniego dell'amministrazione comunale di installare una videocamera, hanno in programma di «continuare a decorare e abbellire i nostri negozi. La prossima volta metteremo pesantissimi vasi di cemento».
Staremo a vedere. Nell'attesa, l'arma più forte in mano alle tre commercianti è l'ironia. «Mano lesta ha colpito ancora - si legge nel cartello che le tre hanno affisso fuori in strada sopra i due sottovasi vuoti - tutti risentiamo della crisi ma per i ladri non esiste crisi, siamo rimaste senza aggettivi ma lasciamo alla vostra immaginazione».

comments powered by Disqus