Turismo / Alto Garda

Quest’anno in ferie si spende meno: l’analisi del fenomeno a Riva del Garda

Il Garda Trentino paga il calo di presenze germaniche: soffrono i negozi e il settore della ristorazione. Claudio Miorelli di Confcommercio: «La flessione è consistente». Turrini (ristoratori): «Una stagione stranissima»

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di Paolo Liserre

RIVA DEL GARDA. Qualcuno la potrà leggere (legittimamente) anche in termini positivi: volete mettere da quanto tempo non si vedeva viale Rovereto meno intasato di auto il sabato e la domenica pomeriggio? E il parcheggio all'ex Cattoi con larghi spazi inutilizzati? A giugno, ma anche nella prima metà di luglio, questi due aspetti hanno dato una misura concreta e visibile della flessione turistica sul Garda trentino dove comunque, da inizio 2023, il trend rimane positivo con una crescita complessiva attorno al 3%.

Manca molto il turista germanico, inteso nella sua accezione più ampia, ovvero Germania, Austria e Svizzera. Aumentano i vacanzieri dell'est, Polonia e Repubblica Ceca in primis. Rispetto al primo, se confrontiamo i dati di giugno del '22 con quelli di quest'anno, la flessione è stata di 6 punti percentuali che in termini assoluti significano 50 mila presenze in meno e 13.200 arrivi mancati. E il turismo che sta caratterizzando l'inizio estate sul Garda trentino è un turista meno propenso alla spesa, fermo restando (e questo è bene non dimenticarlo mai) che il raffronto sul 2022 è in parte ingeneroso perché il trend di dodici mesi or sono è stato qualcosa di fuori dall'ordinario.

«È vero, il calo è consistente - ammette Claudio Miorelli, presidente di Confcommercio Alto Garda e Ledro - Una flessione importante che si attesta attorno al 20% e riscontriamo in gran parte delle attività commerciali, anche nei primi giorni di luglio. Dai dati forniti dall'Apt, nel settore ricettivo soffrono soprattutto le strutture intermedie (2-3 stelle) mentre lavorano tantissimo quelle ad una stella e il settore lusso che si rafforza tantissimo. Nel primo caso però si tratta di un turismo che ha meno propensione alla spesa».

Non solo sensazioni ma dati di fatto confermati anche dalla neo presidente del Consorzio Riva in Centro Manuela Stein: «In effetti il calo c'è e la capacità di spesa è diminuita - ammette Stein - Manca soprattutto il turista germanico, inteso anche come Austria. I tedeschi hanno ricominciato a viaggiare e soprattutto hanno spostato un po' più in là le loro vacanze, verso fine luglio-inizio di agosto».

Quindi non resta che aspettare e vedere. «Paghiamo le difficoltà economiche della Germania - sottolinea Vasco Bresciani, presidente degli pubblici esercenti all'interno di Confcommercio - A giugno abbiamo registrato una ripresa consistente dei viaggi organizzati in pullman ma si tratto di un turismo che meno capacità di spesa rispetto a quello "privato". Comunque i bilanci si fanno a fine stagione. Certo è che non legarsi a filo doppio con la Germania e diversificare il mercato può avere risvolti positivi».

«È una stagione stranissima - aggiunge Paolo Turrini, presidente dei ristoratori di Confcommercio - Manca molto il turista tedesco, quello italiano soffre. Tra i nostri associati la perdita oscilla tra il 5 e il 10% in termini di fatturato a chi è andata bene ma c'è anche chi ha perso il 30%. Bisogna capire se è un anno di transizione o se qualcosa sta cambiando radicalmente».

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