Riva del Garda / Il caso

Ferraglia (Lega) dopo l'aggressione a Bertoldi (Pd): «Ho sbagliato, chiedo scusa e me ne vado»

Il consigliere del Carroccio in una lunga lettera annuncia le dimissioni (già accolte dalla sindaca Santi) dopo l'episodio avvenuto in conferenza di capigruppo l'altroieri: «Mi assumo tutte le responsabilità di ciò che è accaduto. Dico con decisione no alle mani addosso alle persone, gesti mai giustificabili, nemmeno quando si viene ripetutamente provocati»

IL FATTO Conferenza dei capigruppo: Ferraglia (Lega) dà una manata in faccia a Bertoldi (Pd)

di Paolo Liserre

RIVA DEL GARDA. Il capogruppo consiliare e segretario della sezione rivana della Lega Vittorio Ferraglia si è dimesso da ogni incarico. È stato lui stesso a comunicarlo ufficialmente alla sindaca di Riva Cristina Santi ieri mattina presto, a poche ore di distanza da quanto accaduto martedì pomeriggio in conferenza dei capigruppo con lo stesso Ferraglia che ha allungato una mano sul volto del collega del Partito Democratico Gabriele Bertoldi. In termini pratici, a Ferraglia subentrerà in consiglio il primo dei non eletti del Carroccio, l'ex segretario sezionale Lino Fruner.

Il ruolo di capogruppo consiliare dovrebbe essere assunto dall'assessore Luca Grazioli mentre la delega detenuta da Ferraglia per «istruzione e servizi per l'infanzia» rimarrà momentaneamente in capo alla sindaca Santi.

Il giorno dopo, Vittorio Ferraglia affida l'annuncio delle sue dimissioni «irrevocabili» e le sue scuse a una corposa nota stampa: «Ho sbagliato e per questo chiedo scusa - scrive l'ormai ex capogruppo della Lega Salvini Trentino - Il mio gesto, censurabile sempre e a prescindere, è da addebitare esclusivamente al sottoscritto e a nessun altro. Già la sera stessa ho cercato di contattare il collega consigliere per scusarmi, non ha risposto alle chiamate ma gli ho mandato un messaggio di scuse che rinnoverò di persona non appena possibile. Vorrei fosse chiaro - prosegue Vittorio Ferraglia - che mi assumo tutte le responsabilità di ciò che è accaduto. Per questo chiedo personalmente scusa al sindaco Santi e alla maggioranza tutta per averli messi in imbarazzo, così come chiedo scusa alla Lega che è ben lontana da comportamenti come quelli che mi han visto protagonista l'altro giorno. Per questi motivi, ogni strumentalizzazione sarebbe fuori luogo e priva di fondamento. Dico con decisione no alle mani addosso alle persone, gesti mai giustificabili, nemmeno quando si viene ripetutamente provocati nascondendo un telefonino pronto a riprendere qualsiasi azione con una tale prontezza da fare invidia anche al migliori reporter. In questo scorcio di consiliatura tra le altre cose mi sono occupato di Covid e scuola e ritengo che tutto ciò che è stato fatto parli per me, è altrettanto chiaro che dopo ciò che è accaduto martedì sera non sarei più a mio agio, anche se mi piange il cuore nel sapere che non riuscirò a chiudere alcune partite ancora aperte. In una frazione di secondo sono passato dalla parte della ragione a quella del torto. Quel braccio teso, la mano aperta volta a chiudere la bocca al collega rappresentano tutto ciò che non sono, per questo chiedo a tutti di non esasperare i toni. Non ho fatto bene, come qualcuno mi ha detto o scritto, ho sbagliato punto e basta. Chiedo scusa ai 124 concittadini che mi hanno voluto dar fiducia votandomi».

Ieri di primo mattino era stata la sindaca Cristina Santi a condannare il gesto dell'amico e collega di maggioranza: «Considero inqualificabile l'atteggiamento del consigliere Ferraglia. Come sindaco di Riva del Garda, a prescindere dagli schieramenti, condanno fermamente questo modo di fare politica, e ogni manifestazione di violenza e di intolleranza».

Una condanna che arriva anche dal capogruppo del Polo civico Franco Gatti (presente tra l'altro in conferenza capigruppo) ma con qualche precisazione: «La reazione del consigliere Ferraglia è ingiustificabile ma è arrivata dopo insulti ripetuti a più riprese e provocazioni sistematiche - afferma il consigliere di maggioranza - Prima del momento immortalato da quella foto che avete pubblicato, un momento durato peraltro un decimo di secondo, il consigliere Bertoldi ha apostrofato Ferraglia col termine "animale", senza contare che in precedenza ha detto dello "schizofrenico" al presidente Mamone. Questa non è politica, qui si vuole umiliare un essere umano - prosegue Gatti - Il tutto senza dimenticare che si sono presentati in tre occupando uno spazio abusivamente, senza rispettare il regolamento. Queste sono le continue provocazioni di questa sinistra».

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