Riva / Il lutto

Il dolore di Riva del Garda per la morte di Alberto Maria Betta: “Un grande lavoratore e uomo fatto di passioni”

Nonostante il trasferimento al Santa Chiara in elicottero e l’intervento neurochirurgico al quale è stato sottoposto già venerdì, poco dopo la caduta, il suo cuore si è fermato nel pomeriggio di lunedì 6 giugno

di Davide Pivetti

RIVA DEL GARDA. Ha improvvisamente perso l’equilibrio, per un mancamento, ed è caduto all’indietro battendo violentemente la testa sul selciato in porfido di piazza Cavour. Alberto Maria Betta non ce l’ha fatta. Nonostante il trasferimento al Santa Chiara in elicottero e l’intervento neurochirurgico al quale è stato sottoposto già venerdì, poco dopo la caduta, il suo cuore si è fermato ieri pomeriggio.

Aveva 81 anni e una vita spesa a fare mille cose e tutte anche bene. Proprio sabato era atteso in Galleria San Giuseppe per partecipare alla prima «Book Marathon» rivana dove avrebbe dovuto raccontare in dieci minuti la sua raccolta di poesie «Sul senter che porta a casa», edita l’anno scorso anche grazie all’impegno diretto della figlia Emmanuela.

Perché Alberto Maria Betta era un poeta, in italiano ma soprattutto in dialetto. Ma era anche un autore teatrale, tra i fondatori di quella compagnia nata a Massone - i mitici «Sarcaioli» - con la quale è stato regista ed attore e ha portato in scena quattrocento repliche prima di lasciare a 77 anni perché erano troppe le sere passate fuori casa. E poi amava la fotografia, soprattutto quella in bianconero.

Proprio un mese fa, ai primi di maggio, la galleria «Craffonara» ha ospitato una sua raccolta di scatti dal titolo «Girovagando», immagini dai forti contrasti che raccontano i suoi viaggi ma soprattutto il suo grande amore per Riva, il Garda e le nostre montagne. E come non ricordare l’altra sua anima forte, quella satina. Alberto Maria Betta da giovane (aveva 26 anni) era andato in Sudafrica a lavorare e imparare l’inglese. Lo aveva raggiunto la morosa dall’Italia, poi divenuta sua moglie e con la quale ha messo al mondo due figli, Emmanuela (che ora lavora alla Gardapool) e Roberto, rimasto in Sudafrica con la madre.

Quando lui, dopo 21 anni lontano da casa, è tornato a Riva, la prima cosa che ha fatto è stato farsi la tessera della Sat. I suoi contributi all’Annuario sociale erano preziosi e attesi e tra Sat e associazione «Floriani» stava cercando l’accordo per collocare un cartello informativo all’esterno della Baita del Floriani in San Pietro: montagna e poesia insieme. Amava tantissimo i monti gardesani, che riecheggiano spesso nelle sue poesie. Dalla Sat di Riva già ieri sera è arrivato il cordoglio per la sua scomparsa e di vicinanza alla famiglia.

A quella rimasta in Sudafrica (i rapporti con l’ex moglie sempre ottimi) e a quella che si era rifatto in seconde nozze, risposandosi con Pasqualina Rigatti, al suo fianco ormai da 31 anni. «Venerdì siamo usciti insieme - racconta Pasqualina - io andavo alla Caritas e lui in piazza Cavour a fare la spesa al banco dei formaggi. Lì si è sentito male». I soccorsi sono arrivati, ma per Alberto Maria Betta, intellettuale tra i più vivaci e irrequieti della città, non c’è stato nulla da fare.

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