Comune / Riva del Garda

Attività socialmente utili,al via sei progetti per 48 lavoratori

La giunta: massima mobilitazione nel sostegno della fascia di popolazione in difficoltà economica

La giunta comunale di Riva del Garda  ha approvato il documento di politiche comunali del lavoro «Intervento 33D» (ex «Intervento 19»), confermando la massima mobilitazione nel sostegno della fascia di popolazione in difficoltà economica.Il problema della crisi lavorativa causata dall'emergenza sanitaria, soprattutto in ambito femminile, ha spinto il Comune, anche quest'anno come in passato, a creare nuove opportunità occupazionali per fornire risposta, in particolare, alle fasce più deboli.

L'intento è fornire una parziale ma significativa risposta istituzionale al problema della disoccupazione, in particolare dei soggetti deboli e svantaggiati così come delle donne. «Intervento 33D», in particolare, è rivolto a persone residenti in Trentino da almeno tre anni, ovvero iscritti all'Aire da almeno tre anni se emigrati trentini, disoccupate da più di 12 mesi e con più di 45 anni di età, a persone disoccupate invalide e a persone disoccupate con più di 25 anni di età in difficoltà occupazionale in quanto soggetti a processi di emarginazione sociale o portatori di handicap fisici, psichici o sensoriali, segnalati dai servizi sociali o sanitari, tra cui donne vittime di violenza.«Il documento di politiche del lavoro del Comune di Riva del Garda - spiega l'assessora alle politiche sociali Silvia Betta - prevede per il 2021 sei progetti di Intervento 3.3.D della durata di sei mesi per 48 opportunità lavorative, così ripartite: 5 caposquadra a tempo pieno, 15 disoccupati cat. A e 28 segnalati cat. B e C. Di questi, 23 sono donne (2 caposquadra, 9 disoccupate cat. A e 12 segnalate cat. B e C) e 25 uomini (3 caposquadra, 6 disoccupati cat. A e 16 segnalati cat B e C).

Quest'anno, causa la pandemia, non è stato possibile dare corso ai lavori nel sociale che occupavano in particolare donne ed erano rivolte al sostegno di persone anziane o in situazione di fragilità; per questo lo abbiamo convertito in un nuovo progetto con l'Apsp Casa Mia di sostegno alle attività legate alla conciliazione, «ausiliare alla conciliazione ed educativa dei minori», ottenendo per le donne un doppio risultato: il sostegno lavorativo e quello alla conciliazione. Le lavoratrici impiegate sono otto, di cui un caposquadra e sette part-time».

Confermati gli altri progetti: «Riordino archivi amministrativi» (12 lavoratori, di cui un caposquadra e 11 part-time), «Valorizzazione di beni culturali e custodia mostre» (4 lavoratori part-time) e tre progetti nell'ambito dell'abbellimento urbano e rurale: «Siti ornamentali e piantumazioni» (un caposquadra e 7 part-time) e due progetti di «Recupero ambientale aree verdi e sentieri degradati» (ciascuno per un caposquadra e 7 part-time), uno per il centro e uno per le frazioni. Il costo è poco inferiore a 400 mila euro.

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