Le "dritte" degli anziani per resistere al virus

«Abbiamo chiuso il circolo pensionati di Riva diversi giorni fa - dice Silvana Rosa, 80 anni, segretaria del sodalizio - il presidente Benaglio ha inviato a tutti un messaggio. Ora ce ne stiamo a casa. Io me la vivo in tranquillità, senza paura. Sono sempre stata così: se c’è un problema, bisogna pensare positivo e andare avanti».

E la signora Rosa, madre di Enrico e Marco Miaroma e che vive a Tiarno di Sotto, ha telefonato anche a Tagada, programma de La7 , per proporre un saggio consiglio; poi il tempo è scaduto «e non mi è stato possibile suggerirlo. Ma è una cosa molto semplice, una piccola idea; come bisogna lavarsi bene le mani così, visto che quasi tutti abbiamo in casa una vaporella, usare quella per pulire la casa e le scarpe quando veniamo da fuori; una pulizia a 100 gradi disinfetta a fondo».
Da ragazza Silvana Rosa studiò alle Commerciali a Riva, poi divenne direttrice  di un’azienda di cosmetici, coordinava 220 venditrici. Successivamente, per dieci anni, assieme alla sorella Giancarla, gestì anche il negozio di articoli per bambini Anni Verdi a Riva.

«Passo le mie giornate a casa, al computer, alla televisione, leggo sono molto tranquilla, ogni tanto esco per andare in farmacia. Non ho mai visto una cosa simile, ai nostri tempi, quando si era giovani non ci si pensava, si andava a ballare o dove comunque c’era musica. La situazione di oggi è incredibile, difficile pensare a una cosa simile solo qualche tempo fa. Comunque sono contenta, sono positiva, non ho nessun rimpianto, e il bicchiere non lo vedo mezzo pieno ma sempre pieno. E come diceva una commedia con Peppino De Filippo, “Quando succede una disgrazia, chi dice che sia una disgrazia?”».

«Mi posso ritenere fortunato - osserva Aldo Tavernini di Torbole, 87 anni, volto noto e apprezzato in paese e che da alcuni anni amministra la seguitissima pagina Facebook Amo Torbole - sono un pensionato di lusso, posso smanettare al computer, mi riguardo foto e ricordi... Oggi è una bella giornata di sole, vado sul balcone ma mi metto un cappellino per non prendere il raffreddore, per il resto passo le giornate con la settimana enigmistica. È un po’ come stare agli arresti domiciliari, l’unica diversità è che ti affacci al balcone e non c’è movimento fuori, ed è tutto un po’ strano. Se andiamo indietro negli anni non ho nessun ricordo simile. Avevo 12 anni quando c’era la guerra ma allora la messa c’era, semmai era la fame quella che si faceva sentire.  Ora, ho un nipote che si sarebbe dovuto sposare a Riva a breve e poi trasferirsi per lavoro, controllore di volo, da Padova a Karlsruhe. Il matrimonio è saltato mentre ora lavora in Germania. Un’altra nipote, Layla, ha fatto giusto in tempo a laurearsi prima della chiusura totale. Noi siamo avanti con gli anni, abbiamo vissuto assai, preferisco andare io piuttosto che i giovani. Sono sereno».
«È così bello il sole, Riva è meravigliosa - racconta il rivano Renato Ballardini, partigiano, deputato, avvocato, 92 anni - esco tutte le mattine per il giornale, e non c’è nessuno, la città è deserta. Certo, un po’ di preoccupazione ce l’ho. Sono però positivamente sorpreso da come reagiscono gli italiani, un governo capace e la popolazione responsabile. L’unica domanda è, quanto durerà? Perché una situazione del genere si può reggere solo se è transitoria». Ballardini per passare il tempo legge: «Sì, i giornali e poi libri, saggi ma anche romanzi, in questo momento uno di Carlo Sgorlon».

«Sem abituai a trapolàr - dice in dialetto Livio Sartorelli, ottantenne di Dro, anima e storico presidente della Filodrammatica CeDro - con mia moglie ci mettiamo a pulire cassetti, a spostare armadi, cose che magari erano da fare da tempo. Ma ovviamente mi leggo anche pezzi di copione, perché posso stare senza colazione o pranzo ma non senza teatro. Stiamo a casa, presto tutto finirà. Me pias viver e alora sto a casa. E no fago fadiga. Ne le nosse case gh’è sempre da far. E ci sono cose belle, vedo che la gente si parla dalle finestre, è una cosa bella ritrovarsi così. No la ghe voleva, ma la servirà».

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