Turisti e affitti privati «Sul Garda mezzo milione di presenze fantasma»

di Claudio Chiarani

«Stiamo tenendo dalla spina, ma il flusso che esce dal “boróm” (il grosso tappo per le botti, ndr) è ben maggiore». Enzo Bassetti, presidente dell’Unione albergatori del Trentino, sezione Alto Garda e Ledro, interviene sulla sentenza dell’ex Argentina e sul paventato progetto di riqualificazione del compendio Villa Tempesta di proprietà della famiglia Stuffer, con un ragionamento più ampio che - da addetto ai lavori - affronta le prospettive stesse della nostra offerta ricettiva.

«Ho appena trattato l’andamento della stagione turistica 2019 alla luce dei dati forniti da “Garda Trentino spa” in Confcommercio - spiega l’ex sindaco di Riva negli anni ’80, già consigliere provinciale e noto albergatore - assieme al presidente Marco Benedetti. Dati indicativi della redditività aziendale, poco significativi da questo punto di vista in quanto “misurano” le presenze del ricettivo e non dell’universo turistico che, invece, è fatto da centinaia di aziende e servizi».
Bassetti sottolinea come sia difficile intercettare i dati reali ad esempio delle presenze negli appartamenti turistici, che con buona approssimazione stima si avvicinano ad un ulteriore mezzo milione.

«Come categoria stiamo insistendo per mettere a disposizione delle analisi i diversi tipi di dati che varie fonti propongono - spiega Bassetti - ma che rimangono nell’area di competenza di ognuno, senza condivisione e comuni ragionamenti. In sei anni nell’ambito ci sono quasi 3.000 letti in più. Nell’alberghiero solo 47, tutti gli altri nell’extralberghiero e nelle seconde case. È un dato significativo di come stia cambiando l’offerta della località, con le relative conseguenze».

La “soluzione” che Enzo Bassetti propone, allora è che «costruire nuovi alberghi è comunque programma di alcune società, le quali però oltre agli ingenti investimenti necessari si devono confrontare con una realtà, a volte partendo dall’opinione pubblica, piuttosto ostile. Non è la nostra categoria che spinge per la costruzione di nuovi alberghi. Non lo ha mai fatto, consapevole dell’importanza del territorio e del tipo di offerta turistica che ci contraddistingue. Siamo però dell’idea che se si vuole investire nel settore alberghiero, si deve puntare alla qualità, alle alte categorie, a un’offerta che sappia innalzare quella media del nostro territorio. Peraltro, oggi non potrebbe essere altrimenti; anche in una zona di forte presenza turistica come la nostra, dove sembrerebbe più facile lavorare che altrove, è opportuno muoversi verso obiettivi di qualità che vanno oltre la classica peculiarità dell’offerta locale. Perché di questo si tratta: aumentare la qualità dell’offerta e, quindi, la capacità di spesa del turista, non tanto della ricettività tout court che porta con sé una serie di problemi che possono anche mettere in crisi la nostra offerta turistica. Inoltre, differenziare e cercare anche turisti che possano essere attratti da nuove offerte. Quindi deve essere messa molta attenzione su iniziative di costruzione di nuovi alberghi senza escluderne la possibilità».

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