Altro che petardo: l'anziano feritosi a Bolognano aveva quasi cento detonatori in casa

Non è stata l’esplosione di un petardo a causare la grave lesione alla mano destra per la quale Natalino Giovanazzi, 85 anni, è da domenica sera ricoverato al Santa Chiara di Trento. I carabinieri della stazione di Arco durante il sopralluogo coordinato dal comandante Mirko Sollecito, hanno rinvenuto un gran numero di piccoli detonatori nel deposito di via Gazzoletti a Bolognano dove l’anziano era uso svolgere attività di recupero di materiali ferrosi, alluminio e rame in particolare. Sarebbero diverse decine, quasi un centinaio, i detonatori rinvenuti e che da stamattina sono affidati agli artificieri dell’Esercito che li raccoglieranno in un’unica cassa e poi li porteranno in un luogo sicuro per farli brillare tutti insieme.

La Procura della Repubblica di Rovereto, informata del ritrovamento dai militari dell’Arma, ha disposto l’arresto in ospedale di Giovanazzi con l’accusa di detenzione di materiale eplodente, un atto dovuto poi revocato già nel pomeriggio (per l’età e per l’assenza di altri elementi che rendano necessario il provvedimento).

Un passaggio inevitabile vista la quantità di oggetti pericolosi ritrovata e la loro provenienza ancora da chiarire. Si tratterebbe infatti di materiale da scavo utilizzato nel Dopoguerra per la costruzione delle condotte forzate dell’impiato idroelettrico di Santa Massenza, che in un tratto passano anche dal Monte Velo.

Come l’anziano arcense ne sia entrato in possesso non è stato chiarito, i carabinieri dovranno sentirlo anche su questo aspetto quando si sarà ripreso. Pare invece appurato che l’uomo non fosse interessato all’esplosivo - microcariche di T4, pochi grammi, ma equivalenti come potere esplodente a 10 petardi - bensì al loro involucro metallico.

Può anche essere che Giovanazzi non fosse del tutto consapevole della pericolosità degli oggetti con cui stava armeggiando. Anche la deflagrazione sarebbe avvenuta in modo casuale, per il contatto elettrico - sufficiente un ampere per avviare la detonazione - originato da una pinza appoggiata su due elementi metallici con carica elettrica opposta.

Giovanazzi è stato operato alla mano destra, nella quale il detonatore è esploso, ha perso il pollice e altre due dita sono lesionate. Sembra che sia possibile salvare il resto della mano, mentre le lesioni alle altre parti del corpo sarebbero meno gravi (mano sinistra, viso, torace). Non è mai stato in pericolo di vita e domenica pomeriggio è sempre rimasto cosciente, occupandosi per primo, dopo l’esplosione, della sua ferita mentre i familiari accorrevano in suo aiuto e attivavano i soccorsi di «112», elicottero e vigili del fuoco arcensi.

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