Cento alberi abbattuti dal fortunale

«Saranno minimo una sessantina, magari anche un centinaio gli alberi e le piante cadute giovedì sera con il fortunale che si è abbattuto su Riva del Garda. Impossibile contare tutte quelle sradicate nei singoli giardini». Graziano Boroni, comandante dei vigili del fuoco di Riva, traccia un bilancio dopo una sera e mezza nottata di lavoro. Sono stati venti i pompieri volontari, divisi in squadre, che si sono messi all’opera dalle 18.50, da quando l’imponente rovescio estivo si è abbattuto sull’Alto Garda fino alle 1.45 di notte. Oltre sette ore di lavoro ininterrotto.

Il sindaco, Adalberto Mosaner, era in costante contatto telefonico e la centrale operativa dei vigili del fuoco di Trento ha funzionato da centralino «filtro» per le numerose telefonate pervenute, perfino eccessive in un momento di emergenza, come quelle per inconvenienti minori come cassonetti o tombini fuori psto.

Arco meno colpita; ma anche nella cittadina cugina diverse ore di intervento «per cantine e vani ascensore allagati e piante cadute» spiega il comandante dei vigili del fuoco Stefano Bonamico e l’ennesima invasione di acqua al ristorante Antica corte dove il titolare Stefano Panza protesta perché «dopo i lavori di rifacimento della strada, la carreggiata è stata alzata e ogni volta che piove ci arrivano ruscelli d’acqua nel locale».
«Abbiamo tagliato tonnellate di legna a Riva in particolare ci siamo mossi - racconta ancora Boroni - per tutti gli alberi caduti in strada o pericolosi, e quelli nei giardini privati che costituivano rischio immediato o impedivano l’accesso. La fascia più colpita dalla forza d’urto del vento è stata tra il parco del Lido, Palacongressi, Sabbioni, via Vannetti, via Grez e via Masetto».

Gli interventi soprattutto in via Galas, via Masetto, lungo la ciclabile che passa accanto alle Cartiere del Garda e che è rimasta chiusa, via Cattoni e via Filanda. «Sono caduti cipressi in spiaggia, alla Miralago, a Punta Lido; in viale Trento - prosegue il comandante - siamo intervenuti per mettere in sicurezza un tetto dove tutti i coppi sono stati portati indietro di un metro dalla forza del vento». Anche all’asilo del Rione i pompieri hanno dovuto risistemare il tetto. «All’hotel Lido è crollato un platano o un ippocastano del diametro di due metri, ed è stato necessario ricorrere alla gru della ditta Bresciani».

E poi ancora gronde pericolanti, allagamenti, macchine mezze sommerse al parcheggio dell’area Cattoi.
Ingenti danni anche al resort «Villa Nicolli» di via Cattoni, dove Pio Nicolli si è visto in faccia la furia della tromba d’aria. «Ho visto il vortice spezzare torcendoli come un cavatappi - racconta - due cedri secolari del giardino di casa mia. Uno si è abbattuto sul tetto del Transporter Volkswagen di un cliente, l’altro si è abbattuto con una violenza inaudita contro le vetrate della sala da pranzo dell’albergo. Per fortuna sono vetri antisfondamento, e hanno resistito. Poi il tronco è caduto sul tetto dello stesso finendo contro il davanzale di una camera. Parte della copertura è piombata al suolo, la forza della tromba d’aria ha divelto i sostegni degli ombrelloni in piscina pesanti 150 chili, poi si è scatenato in fondo al giardino sull’acero giapponese. Sradicato come fosse un fuscello». Ingenti danni ma, per fortuna, nessuno agli ospiti o al personale dell’albergo è rimasto ferito o altro.

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