Nella zona dell'Alto Garda casi di scabbia, in seguito a cattive situazioni di igiene personale

di Davide Pivetti

La fila nella sala d'attesa degli uffici preposti alle diverse forme di assistenza sociale (in Comune come in Comunità di valle) negli ultimi anni si è allungata e molto. Sempre più famiglie in gravi difficoltà, sempre più persone costrette a chiedere aiuto anche per beni di prima necessità, ad iniziare ovviamente da quelli di natura alimentare. Ne sanno qualcosa alla Caritas e ad Alto Garda Solidale, dove il lavoro dei volontari cresce con il numero di «casi» ai quali far fronte.
Ma c'è un'altra «prima necessità» che la maggior parte di noi dà per scontata e invece non lo è per sempre più famiglie: quella legata alla disponibilità di acqua calda e conseguentemente all'igiene personale. Chi non può far fronte a questa banalissima esigenza si espone a rischi sanitari importanti.


È il caso di alcuni nuclei familiari altogardesani che sono ora sottoposti a trattamento farmacologico per altrettanti casi di scabbia. Proprio un capofamiglia rivano, qualche giorno fa, ci ha chiesto di segnalare questo tipo di emergenze visto che interessa tutta la sua famiglia, composta anche da due bambini piccoli. La scabbia non è una malattia grave, ma è da sempre collegata proprio alla qualità della vita di una comunità. E quella altogardesana si sta abbassando.


«È vero - confermava ieri sera Salvador Valandro, presidente della Comunità di valle e quindi riferimento finale di quanti si rivolgono agli assistenti sociali - ci sono sempre più famiglie che fanno fatica a pagarsi l'acqua calda. D'altronde per chi non ha un lavoro diventa quasi inevitabile risparmiare su tutto, comprese le bollette. Situazioni di questo tipo stanno diventando più frequenti». Non facciamone un allarme, ma riconoscimolo come indizio del tempo che stiamo vivendo.
«In alcuni casi - continua Valandro - abbiamo aiutato queste famiglie con contributi economici, in collaborazione con la Caritas, destinati ad acquistare sanitari, asciugamani, sapone e quant'altro. In un caso abbiamo dato una mano a pagare il ripristino di una caldaia, senza la quale la famiglia non avrebbe più avuto acqua calda. Alcuni casi sono davvero disperati e li ho visti personalmente».


La situazione è sotto controllo, ma il disagio per le famiglie colpite è importante. Chi è in trattamento oltre che prendere farmaci e creme, deve cambiare vestiti, lenzuola, accessori ogni giorno. Chi non ha soldi per far la spesa non li ha nemmeno per spenderli così.

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