Maltempo: il vento fortissimo strappa il cappotto della scuola

di Luigi Oss Papot

Un disastro, un tornado: sono tanti i modi con cui chiamare il violento temporale che si è abbattuto sul Trentino domenica 6 agosto nel primo pomeriggio, ed in particolare in Alta Valsugana. Sono bastati pochi minuti per creare una situazione di grande preoccupazione in tutti i paesi.

A creare i danni ed i disagi maggiori tuttavia non è stata l’acqua, ma il forte vento che ha accompagnato la violenta pioggia: a causa di una tromba d’aria, in Alta Valsugana sono stati decine e decine gli interventi dei volontari dei vigili del fuoco, fino a tarda sera, per alberi caduti sulla sede stradale fra Pergine, Levico, Tenna, Calceranica, Caldonazzo, l’altopiano della Vigolana, Vignola-Falesina e la Valle dei Mocheni.
Danni a causa del vento alla scuola media «Ciro Andreatta» di Pergine, dove sono stati strappati dei pannelli del cappotto di isolamento termico sulla facciata che dà su via Dolomiti, oltre che ad alcune lamiere del tetto. Gli abitanti delle case vicine hanno vissuto attimi di paura nell’assistere inermi a quanto stava accadendo. I pannelli caduti ora sono stati raccolti alla base della facciata e saranno necessari i dovuti sopralluoghi per verificare l’entità complessiva dei danni.

A risentirne, ovviamente, la circolazione stradale, con molti rallentamenti sulla viabilità, sia principale che secondaria. Più di una strada è stata interrotta dalla caduta di rami e alberi: la Statale della Valsugana ha visto l’intervento congiunto dei volontari di Pergine e Caldonazzo, con il supporto degli uomini di Calceranica, per liberare la carreggiata da numerose piante cadute; il copione, più o meno simile, si è ripetuto sull’altra sponda del lago, sulla Strada Provinciale 1 e sulle strade che collegano il fondovalle all’altopiano della Vigolana. Interruzioni anche sulla Strada Provinciale 228 fra Pergine e Levico, la Strada Provinciale 11 fra Levico e Vetriolo, la Strada Provinciale 12 che passa da Vignola, la Strada Provinciale 16 del colle di Tenna, le Provinciali 8 e 135 nella Valle dei Mocheni, la Provinciale 66 che per Montagnaga porta a Baselga di Pinè e la numero 83 che, da Nogarè, arriva sempre a Baselga di Pinè; allarme a Calceranica, dove in un primo momento sembrava che una pianta avesse colpito una macchina in transito, a Vignola, per il medesimo caso, e al castello di Pergine, dove rami hanno colpito auto in sosta.

All’altezza del ponte sul torrente Fersina a Zivignago si sono aperte due grandi voragini ai lati del ponte dove erano in corso dei lavori: anche le transenne sono finite dentro la voragine. Rallentamenti su tutte queste strade per il tempo necessario all’intervento dei vigili del fuoco: tutti gli uomini disponibili sono stati dispiegati sul territorio per i vari interventi.
Paura anche a Caldonazzo, dove per le vie del centro era allestita la fiera per la sagra, sconvolta dal vento fortissimo.

Molte case, in tutta l’Alta Valsugana, hanno subito danni ai tetti, con tegole spostate e camini privati della copertura: in particolare nella frazione perginese di Masetti un tetto ha subito pesanti danni, mentre vari altri hanno dovuto preoccuparsi di tegole pericolanti.
Situazione pericolosa e per certi versi drammatica invece nella frazione di Canale, con la chiesa parrocchiale della Natività di Maria praticamente scoperchiata: la copertura di rame, con la tromba d’aria, si è praticamente aperta come una scatola di latta lacerando con un rumore assordante la tranquillità di una domenica d’agosto.
Il vento fortissimo deve esser riuscito ad insinuarsi fra le lastre di rame e le assi del tetto, causando l’ingente danno.

Entrambe le falde del tetto sono state coinvolte: da una parte la copertura si è schiantata sulla canonica, strappando l’antenna e rompendo un vetro della chiesa; dall’altra, la lastra si è scontrata con il campanile, accartocciandosi su di esso.

«Ho sentito un fragore terribile -racconta un testimone che abita accanto alla chiesa - e ho guardato fuori dalla finestra: il tetto della chiesa si stava aprendo come fosse di burro, spinto da quel vento fortissimo. Si vedeva il vortice, come fosse un tornado». Per fortuna i pannelli di rame non sono diventati pericolosi...dischi volanti.
Immediatamente sono accorsi sul posto molti volontari del paese, compreso il fiduciario Luciano Biasi e il parroco, don Antonio Brugnara, per portare al sicuro tutto gli oggetti sacri contenuti in sagrestia e in chiesa, oltre che riparare con plastiche le centraline elettriche, gli impianti e l’organo: la pioggia infatti, senza più ostacoli (si è spostata anche la guaina protettiva), si è insinuata all’interno della chiesa formando grandi chiazze d’acqua.
«Ora chissà quanto passerà prima che la situazione torni alla normalità - dice sconsolato uno dei volontari mentre si adopera a salvare il salvabile - questa volta il maltempo ha davvero infierito pesantemente su tutti noi».
Per il momento, la chiesa rimarrà chiusa. Appena tornerà il sereno si vedrà in che modo agire.

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