Alta Valsugana, defibrillatori in tutti i luoghi sportivi

Due saranno sistemati anche sui gommoni del servizio «Spiagge Sicure», ai laghi di Caldonazzo e Levico

di Daniele Ferrari

Ben 41 defibrillatori semiautomatici ad uso esterno (Dae) nei 15 comuni dell’Alta Valsugana, per garantire piena tutela e sicurezza, durante l’attività sportiva e amatoriale, nelle strutture ed impianti sportivi locali. È stato presentato ieri a Pergine, nella sede della Comunità Alta Valsugana e Bernstol, l’acquisto per circa 40 mila euro e la messa a disposizione in comodato gratuito di 39 defibrillatori ai comuni dell’ambito (tra cui 8 andranno a Pergine, 4 Levico, 3 a Baselga, Civezzano e Caldonazzo), con altri due garantiti sui gommoni del servizio «Spiagge Sicure», ai laghi di Caldonazzo e Levico. 
 
Come spiegato dagli assessori della Comunità di Valle, Lamberto Postal e Alberto Frisanco, accompagnati dal dirigente Luca Dalla Rosa, sin dal 2013 grazie ad una mozione del gruppo «Civic@ per la Comunità» (condivisa dall’intera assemblea) è stato avviato il progetto di acquisto e dotazione ai comuni dei defibrillatori, fondamentali per garantire un immediato soccorso in caso di arresto cardio-circolatorio.
 
È infatti essenziale intervenire entro 4 minuti dal malore, per evitare la possibilità di morte o danni celebrali irreversibili. La prossima entrata in vigore del «decreto Balduzzi» richiederà ora alle varie società sportive, anche dilettantistiche, di disporre di un defibrillatore semiautomatico e di personale adeguatamente formato. Se il Comune di Pergine (in sala l’assessore allo sport Franco Demozzi e alcuni amministratori di Civezzano, Caldonazzo, Vigolana e Fierozzo), si impegnerà a dotare gli impianti sportivi e le palestre scolastiche di questo fondamentale strumento per la corretta prevenzione e sicurezza, le società sportive potranno accedere a un contributo provinciale significativo (sino al 90% delle somme richieste).
 
«Il vero problema rimane quello della formazione e dell’aggiornamento continuo del personale non sanitario chiamato all’uso del defibrillatore - ha spiegato Arrigo Andrenacci direttore del distretto Est dell’azienda sanitaria trentina - non mancano le opportunità e i corsi certificati, fondamentali per assicurare la pratica in sicurezza dello sport e stabilire dei presidi di primo soccorso diffusi sul territorio trentino, non sempre raggiungibile in tempo rapido dai mezzi ed operatori del soccorso. Gli obblighi e le norme di legge da sole non bastano, serve un maggiore sensibilità e attenzione verso la cultura della prevenzione e della sicurezza nell’intera comunità». 

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