Profughi per il Pedibus ma saranno volontari

Opposizioni e critiche al progetto di inserimento a Canale

di Daniele Ferrari

Un’iniziativa di coinvolgimento sociale e integrazione nella comunità, ma anche un progetto di volontariato che crea preoccupazioni e timori tra i genitori. La recente decisione di affiancare agli addetti della vigilanza scolastica e accompagnamento casa-scuola «Pedibus» alcuni giovani migranti e richiedenti asilo internazionale presenti a Pergine, sta infatti sollevando perplessità e interrogativi sulle sue modalità organizzative e sulla valenza sociale ed integrativa.

In particolare, una forte opposizione al progetto è stata espressa dalla Lega Nord e dal movimento di destra Forza Nuova. Donata Soppelsa ed Enrico Mattivi, rispettivamente consigliera comunale e segretario di sezione della Lega Nord, hanno annunciato che nei prossimi giorni inizieranno una raccolta firme presso i vari gazebo sul territorio comunale per chiedere all’amministrazione di favorire prima gli abitanti di Pergine e quindi i trentini in difficoltà. Il coordinatore del movimento di destra «Forza Nuova», De Masi Numa, ha insinuato invece il dubbio che si voglia affidare un servizio a persone la cui identificazione di fatto è basata quasi sempre su una autocertificazione, senza possibilità di risalire alla loro identità, tantomeno alla loro fedina penale, quando invece per affidamento di servizi relativi a minori viene richiesta anche una certificazione anti pedofilia.

Il progetto, per ora solo un’ipotesi da meglio definire a gennaio con la ripresa dell’attività scolastica, è stato presentato in un recente incontro a Canale (dove in una struttura privata sono ospitati 8 stranieri, mentre altri 4 sono presenti a Pergine e un minore in una famiglia di Madrano) dalla vicesindaco e assessore alla attività sociali Daniela Casagrande e dal responsabile della cooperativa Centro Astalli Nicola Serra, che segue i migranti presenti a Pergine e in Alta Valsugana.

«L’incontro è stato molto positivo e si è svolto in un clima sereno e costruttivo - spiega Daniela Casagrande - tanti i temi toccati, tra cui il possibile avvio dell’affiancamento di alcuni giovani migranti (2-3 unità) agli operatori già selezioni e formati per la vigilanza scolastica e il “Pedibus”, che conserveranno il loro posto, orario e retribuzione. Già in passato i ragazzi della comunità di “San Patrignano” di San Vito di Pergine avevano svolto questo servizio con la soddisfazione delle famiglie».

Quella che poteva essere una bella «favola di Natale», e un gesto di inclusione e solidarietà, rischia di dividere la comunità: «Il Centro Astalli ha già avuto due incontri con l’amministrazione di Pergine e il corpo di polizia locale che coordina il servizio - precisa Nicola Serra -: non nego che c’è qualche timore e riserva anche tra gli stessi ragazzi stranieri, chiamati a svolgere un servizio nuovo, e senza possedere un’adeguata conoscenza linguistica e del territorio. In estate alcuni giovani richiedenti asilo presenti a Pinè sono stati inseriti nel progetto “Summer Job” lavorando a fianco dei ragazzi locali nella manutenzione del verde: un’esperienza positiva che ha fatto nascere un bel clima d’amicizia e un originale video».

«Faccio fatica a capire la ritrosia dei genitori o di alcuni esponenti politici locali - conclude Daniela Casagrande - in primis ci siamo rivolti ai genitori per richiedere la loro disponibilità per garantire e migliorare il servizio, ma nessuno si è fatto avanti. I ragazzi stranieri seguiranno un breve corso formativo (al mattino svolgono già lezioni d’Italiano ed educazione civica), saranno assicurati e svolgeranno il servizio gratuitamente e in modo volontario, a vantaggio di tutta la comunità. Accoglienza e solidarietà non si costruiscono solo a parole, ma anche con azioni concrete».

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