Villa Rosa ancora sotto utilizzato ma ci sono già timori di tagli

di Giorgia Cardini

Un auditorium vuoto, una palestra inutilizzata, una piscina per cui è stata bandita l’assunzione di un bagnino a tempo pieno ma che non viene usata per la riabilitazione cardiologica, nonostante una petizione in tal senso. Nessuna assegnazione di ulteriore personale sanitario, di fronte all’aumento di impegno richiesto lo scorso anno contro cui in ottobre erano scesi in strada i lavoratori e il sindacato, chiedendo nuove assunzioni.

Ma, soprattutto, il diffuso timore che, se in Trentino i posti letto per la riabilitazione sono troppi rispetto a quanto prevede il Piano nazionale, ad essere tagliati possano essere parte di quelli disponibili proprio all’ospedale Villa Rosa (che doveva averne 108 originariamente, poi 85 e invece ne ha 60, di cui 6 in day hospital), a diretto carico del bilancio provinciale, magari riducendo la sforbiciata annunciata in strutture private convenzionate come l’Eremo di Arco.

Dubbi e timori si accavallano, sul futuro del nuovo Villa Rosa di Pergine, una «Ferrari» costata oltre 46 milioni di euro (ma anche su questo le cifre sono ballerine e qualcuno parla di 58 milioni), aperta più di due anni fa ma ancora sotto utilizzata: a visitarla lunedì prossimo alle 16 sarà l’assessore provinciale alla Salute Luca Zeni e da lui medici e amministratori locali attendono notizie rassicuranti.

Le attende soprattutto il sindaco di Pergine Roberto Oss Emer che tra l’altro, da titolare della Inco srl (impresa che si aggiudicò i tre appalti più corposi dell’opera), dal 1998 al 2013 ha seguito da vicino la costruzione del nosocomio: «Il progetto di costruire un nuovo centro regionale all’avanguardia per la cura dei motulesi risale al 1988 - ricorda Oss Emer -: a quel tempo si andrò a vedere un ospedale in Germania, per riprodurne il modello. Poi, nel corso degli anni, furono modificate alcune delle strutture e dotazioni previste anche perché erano cambiate le terapie. Ad esempio, fu rifatta la piscina nuova di zecca».
«Sappiamo tutti quanto c’è voluto a realizzare l’ospedale - prosegue il sindaco - ma ora ci sono ancora spazi vuoti e inutilizzati, tanto che come Comune abbiamo chiesto all’Azienda sanitaria l’autorizzazione a usare la palestra per alcuni corsi. E all’ultimo piano c’è un auditorium che nessuno usa». Un auditorium che nelle iniziali intenzioni doveva servire per corsi di formazione del personale, conferenze, eccetera.
Insomma, cosa è rimasto del progetto originale di ospedale di riferimento, si chiede Oss Emer? «La mia preoccupazione è che si snaturi un polo che doveva diventare un’eccellenza a livello nazionale ed europeo, riempiendo gli spazi con tutt’altro o lasciandoli inutilizzati».

O peggio, che si taglino posti letto e prestazioni, come ventilano altri. Un timore dovuto alla trattativa in corso tra la casa di cura Eremo di Arco srl e la Provincia per evitare il taglio di 30 dei 145 posti letto accreditati per la riabilitazione motoria, neuromotoria e cardiologica, che ha assunto una piega politica pesante con l’ingresso dell’ex governatore altoatesino Luis Durnwalder nel Cda dell’Eremo. Se Durnwalder dovesse riuscire a incidere sul riequilibrio dei posti letto, insomma, a farne le spese potrebbe essere proprio il Villa Rosa.

E su questo timore si innesta l'interrogazione presentata pochi giorni fa anche dal consigliere provinciale della Lega Maurizio Fugatti che, oltre a chiedere perché ci siano ancora larghi spazi inutilizzati all'ospedale perginese e quali siano le intenzioni della Provincia "in relazione alle prestazioni sanitarie, ai posti letto e al numero del personale in essa presente", vuole sapere "quanti utenti si sono rivolti finora alla nuova struttura".

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