Il rilancio della Panarotta: più 30% delle presenze

Panarotta che passione. Montagna che risorge in inverno perché è semplicemente bella, ieri in particolare con la primavera che sembra fare capolino, vicina ad un bacino d'utenza da cui pescare tra Trentino e Veneto e che ha segnato finora un 30 per cento col segno più in fatto di presenze. «Fino ad ora (sono le 14) abbiamo registrato 3.900 passaggi, 2.000 qui in basso. Sul Rigolor molti di più», i dati di una domenica da incorniciare li fornisce  Attilio Morelli  capo servizio degli impianti

Panarotta che passione. Montagna che risorge in inverno perché è semplicemente bella, ieri in particolare con la primavera che sembra fare capolino, vicina ad un bacino d'utenza da cui pescare tra Trentino e Veneto e che ha segnato finora un 30 per cento col segno più in fatto di presenze. «Fino ad ora (sono le 14) abbiamo registrato 3.900 passaggi, 2.000 qui in basso. Sul Rigolor molti di più», i dati di una domenica da incorniciare li fornisce  Attilio Morelli  capo servizio degli impianti.
Sulla neve c'é il mondo degli sciatori si capisce ma anche dei piccoli, dei cani, delle famiglie, delle ciaspole e dei boschi rigogliosi. Pochissimi stranieri, qualche russo che come i connazionali viene in Italia in gran spolvero, i frequentatori sono per la maggioranza valligiani. A fine mese arriveranno i turisti delle settimane bianche. Tra pochi giorni gli istituti scolastici trentini per le gite. I prezzi per la mezza giornata e l'intero sono rimasti quelli dello scorso anno. Ma non basta questo per garantire un afflusso costante di affezionati, per essere soddisfatti, col sorriso a trentadue denti, come  Renzo Gaiga  direttore di Panarotta 2002. Aumento rispetto allo scorso anno l'abbiamo già detto, ma i frutti si raccolgono solo se si impara a lavorare a braccetto con chi promuove, con chi segue e monitora costantemente la situazione (Gaiga stesso) e con la politica dimostratasi sonnacchiosa verso le stazioni piccole come la montagna di Levico. «Abbiamo ricominciato a lavorare bene con Apt, dopo cinque anni di stallo - osserva il direttore - con campagne promozionali che hanno evidentemente colto nel segno. Qui non scappa nulla perché la nostra presenza é costante e competente». A qualcuno, dice Gaiga citando esempi, non sta andando altrettanto bene: vedi Polsa  e Bondone in primis. «Noi serviamo visitatori dai 1500 metri in su, che vengono da Levico, Pergine, Borgo e Bassano (pare che questi veneti non passino dal Brocon). Possiamo solo crescere ma per arrivare ad essere competitivi, rosicchiare mercato alle grandi realtà, abbiamo bisogno anche della politica».
Che è mancata secondo Gaiga, dirottando i fondi con scarsa lungimiranza, prevalentemente in località sciistiche che ora stanno segnando pesantemente il passo, senza fare nomi ovviamente. «La Provincia ci ha promesso investimenti. Noi crediamo che per vivere di turismo, la vocazione del Trentino, sia indispensabile farlo a 360 gradi. Nel nostro caso quindi, guardare a questa montagna non solo d'inverno, ma anche d'estate. Cominciando dalle piccole cose: piste buone anche per le mountain bike, i tapis roulant in funzione per le biciclette dei piccoli, il servizio di ristorazione aperto. Non si può pensare di fare utile lavorando solo tre mesi l'anno». Non lo si può fare da nessuna parte, nemmeno nel resto d'Italia. Non oggi. Quello che non c'è in Panarotta ci sarà da qualche altra parte. Ma quello che c'è, ed è straordinariamente patrimonio della Valsugana, andrebbe valorizzato da scelte più coraggiose. La qualità non è fatta di numeri. Tranne quelli a sei zeri per investire su un terreno che sta dando buoni frutti. N.B.

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