Giustizia / Indagini

Omicidio di Fausto Iob: i Ris al lavoro per dodici ore su auto, casa e posto di lavoro di Dallago

Il sospettato aveva lavato una macchina con la candeggina dopo essere stato sentito dai Carabinieri. Ma resta il mistero: difficile trascinare un corpo da soli fino al lago, c’era un’altra persona?

di Leonardo Pontalti e Marika Viganò

CLES. Più di dodici ore di lavoro, di scrupolosa raccolta anche del più piccolo particolare. Un'opera di ricerca e analisi portata avanti tra la radura in cui era attivo il cantiere boschivo da cui David Dallago avrebbe prelevato illecitamente la legna, le zone delle sponde del lago di Santa Giustina dove sono stati ritrovati il cellulare di Fausto Iob e quelle nei pressi delle acque dalle quali è affiorato il corpo e soprattutto il piazzale della caserma dei carabinieri di Cles, dove si trovano la Kia, la Panda e il trattore con rimorchio del trentasettenne accusato di omicidio del custode forestale cinquantanovenne.

A portare avanti le analisi sono stati i militari del Ris di Parma che si sono occupati dell'accertamento tecnico irripetibile disposto dalla procura della Repubblica di Trento. Una perizia alla quale hanno preso parte sia la difesa di Dallago con l'avvocata Angelica Domenichelli, sia la famiglia di Iob.

I figli del forestale, Davide e Valentino, si sono infatti affidati a rispettivi legali, Danilo Pezzi, che ieri era sostituito dalla collega Camilla Valentini, e l'avvocato Paolo Mazzoni.

I militari giunti dall'Emilia hanno passato al setaccio i veicoli, uno dei quali era stato pulito con l'impiego di candeggina da Dallago subito dopo essere stato sentito dai carabinieri come persona che quotidianamente, per lavoro, incontrava Iob.

Un lavoro a trecentosessanta gradi finalizzato a individuare elementi che possano rafforzare il quadro indiziario attuale o, al contrario, a stabilire una eventuale estraneità di Dallago ai fatti.

L'ipotesi è ritenuta poco credibile dall'accusa dato che la pm Licia Scagliarini ha potuto contare su elementi solidi a carico del trentasettenne, a cominciare dalla sua presenza negli stessi luoghi in cui si trovava Iob nei giorni immediatamente precedenti alla sua scomparsa, che risale allo scorso 3 giugno (il corpo era stato ripescato dal lago domenica 5 giugno), accertata grazie a un potente software in grado di localizzare con precisione gli smartphone.

Gli specialisti del Ris sono stati impegnati nell'accertamento per l'intera giornata. L'obiettivo è la ricerca di tracce biologiche appartenenti alla vittima, Fausto Iob: sarebbe questa la prova - la prima in un quadro indiziario - del coinvolgimento dell'indagato nell'omicidio del custode forestale.

Gli investigatori hanno utilizzato apparecchiature speciali e tecniche come il "luminol", il reagente alle tracce ematiche anche su materiale lavato. Lavato anche con la candeggina, la sostanza con cui - come ricostruito dai carabinieri del nucleo investigativo provinciale e dell'aliquota operativa di Cles - Dallago avrebbe pulito una delle sue auto.

Ma ieri c'è stato anche il sopralluogo della pm Scagliarini in località Banco di Sanzeno, nell'area dei cantieri forestali 21 e 23, dove lavorava Dallago. È lì che era stata trovata l'auto di servizio del custode forestale. Ed è sempre in quel lotto, a poche decine di metri di distanza che era stato rinvenuto il cellulare di Fausto Iob, forse perso nel corso di una lite, forse uscito da una tasca mentre qualcuno stava trasportando il corpo altrove.

Si tratta naturalmente solo di ipotesi e di una domanda a cui, allo stato delle indagini, è difficile dare una risposta: come è arrivato Fausto Iob nel lago di Santa Giustina? L'uomo, colpito alla nuca, sarebbe morto per annegamento.

Se l'aggressione è avvenuta in quell'area boschiva, non ci sono molte vie per raggiungere le sponde sassose del lago. Il pubblico ministero si è fermato per ore nella zona assieme agli avvocati Domenichelli per la difesa e Mazzoni per la parte civile. Un eventuale trascinamento di un corpo inerme (ipotizzando che Iob fosse tramortito) avrebbe lasciato delle tracce sul terreno.

Difficile che una sola persona sia riuscita a sollevarlo, trasportarlo a braccia lungo i sentieri stretti che scendono al lago oppure nell'unico punto in zona dal quale il corpo potrebbe essere stato gettato. Con due persone, invece, queste "operazioni" sarebbero state più agevoli.

È stato inoltre notato che c'è solo una stradina, che conduce allo Chalet Al lago, percorribile con un'auto. Il mistero sulla tragica scomparsa di Iob si infittisce e la volontà della procura è di passare dagli indizi alle prove.

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