Minoranze / Il caso

A ottobre parte il censimento, i nonesi vogliono dichiararsi ladini, e diventare minoranza linguistica

Già nella scorsa edizione si dichiararono ladini oltre 10 mila abitanti dell’Anaunia (più di tutti i ladini fassani): il Comune di Novella lancia la richiesta alla Provincia, ampie adesioni, dal PD a Ossanna

di Fabrizio Brida

VAL DI NON. È stata approvata all’unanimità la mozione illustrata durante l’ultimo consiglio comunale di Novella da Fabrizio Paternoster, con oggetto il riconoscimento della ladinità nonesa.

Paternoster sottolinea la necessità dichiarata da una parte della popolazione di essere riconosciuta come appartenente alla minoranza ladina. Necessità che non è stata adeguatamente presa in carico dalla Provincia: «Nel 2001, quando per la prima volta il censimento linguistico dei ladini fu esteso dalla Val di Fassa a tutto il Trentino, alcune migliaia di residenti nelle Valli del Noce, soprattutto nell’Anaunia, si sono dichiarati ladini, evidentemente appartenenti ai loro gruppi ladino retici, ma sono stati invece censiti come ladini dolomitici della Val di Fassa».

Queste deliberazioni, però, «furono archiviate dalla Provincia senza essere prese in considerazione». L’esigenza del riconoscimento della propria identità da parte dei ladini delle Valli del Noce è emersa anche nel censimento del 2011, quando «le dichiarazioni di appartenenza raddoppiarono, raggiungendo la cifra di 10.100 unità».

Tuttavia, «la Provincia e le altre istituzioni hanno ignorato ancora una volta il responso popolare». Per questo motivo, e a fronte della denominazione del ceppo ladino dolomitico del linguista G.I. Ascoli, che individua come «gruppo ladino trentino occidentale» quello insediato nelle valli del fiume Noce, la mozione presentata al consiglio richiede che il comma 1 dell’articolo 4 del decreto legislativo 16 dicembre 1993 venga così sostituito: «Nei censimenti generali della popolazione italiana è rilevata, sulla base di apposite dichiarazioni degli interessati, la consistenza e la dislocazione territoriale degli appartenenti al gruppo linguistico dei ladini dolomitici fassani, avente insediamento storico nella Val di Fassa, nonché dei ladini retici delle Valli del Noce, suddivisi in quello nònes, con insediamento storico in Val di Non, e solandro, in Val di Sole. «È importante che questa mozione sia stata approvata all’unanimità», afferma Paternoster.

«In un comune articolato come quello di Novella, tale aspetto riveste la questione di un significato sociale: la comunità sta incominciando ad intraprendere un’unica direzione, dando agli abitanti delle Valli del Noce la possibilità di dichiararsi minoranza etnica ladina». Al consiglio era presente Walter Clauser, che ha illustrato gli aspetti gestionali del censimento, che comincerà a inizio ottobre ed avverrà in via telematica.

Proposta che ha trovato un vasto fronte di sostenitori a cominciare dal Circolo PD. Il riconoscimento della ladinità delle genti nonese e solandre «non è la battaglia politica di uno schieramento, ma una questione di diritti fondamentali sanciti dallo Statuto che non hanno colore politico» afferma il Circolo della Val di Non del Partito democratico, guidato dalla segretaria Giulia Bergamo, che «fa appello a tutti i nonesi e solandri, ed anche a chi non abita più nelle Valli del Noce, ad andare a votare al referendum e dichiarare la propria appartenenza».

Il Pd anaune negli ultimi anni si è impegnato a dare rilievo al tema, su più livelli, portando nei consigli comunali la mozione per il riconoscimento della ladinità. A inizio ottobre parte il censimento nell’intera provincia, dove cimbri, mocheni e ladini «sono chiamati a dichiararsi tali, in virtù di una storia centenaria, non solo linguistica ma anche di usi e tradizioni che sono sempre più messe in pericolo». Secondo il Pd, «per gli abitanti della Val di Non e della Val di Sole è un’opportunità fondamentale per far sentire la propria appartenenza al gruppo ladino tridentino occidentale, ben diverso per storia e cultura dal gruppo dei ladini fassani, come sottolineato dal linguista Ascoli già nel 1873 nell’archivio Glottologico Italiano».

Nel documento viene ricordato come già nel 2001 alcune migliaia di residenti nelle valli del Noce si dichiararono ladini, ma erano stati censiti come ladini dolomitici del gruppo della Val di Fassa. Nel 2011 il loro numero era cresciuto, attestandosi oltre le 10 mila unità. «Un pronunciamento che ha sovvertito la geografia dei gruppi linguistici in Trentino - afferma Giulia Bergamo, tanto che - il gruppo ladino retico delle Valli del Noce ha sorpassato largamente in termini numerici quello ladino dolomitico di Fassa il quale ha raccolto su scala provinciale solo 8447 dichiarazioni di appartenenza. Dunque il gruppo ladino retico risulta il più numeroso, ma nonostante questo la Provincia e le altre istituzioni hanno ignorato ancora una volta il responso popolare, per cui nulla è cambiato».

Negli ultimi anni, sottolinea la segretaria del Pd locale, diversi comuni hanno deliberato sul tema, chiedendo alla Provincia di rispettare l’articolo 2 dello Statuto che afferma pari dignità dei gruppi linguistici nel territorio della Regione ed il diritto di ciascuno di essi alla piena tutela identitaria e allo sviluppo economico sociale dei suoi componenti. «Dopo anni, passati inascoltati, tocca ai cittadini nonesi e solandri farsi sentire, e lo possono fare attraverso il censimento”, afferma Giulia Bergamo. “Ci si potrà esprimere solo online e si potrà votare da ottobre fino al mese di novembre. Nel corso di settembre arriverà nelle case una circolare con le istruzioni di voto e i codici per il sito”. L’invito finale è che tutti partecipino, dichiarandosi ladini, per giungere a quel riconoscimento già avvenuto, ma rimasto sulla carta.

Oggi, sul riconoscimento della ladinità nonesa interviene l'assessore regionale agli enti locali Lorenzo Ossanna, il quale ha ribadito il concetto durante l'incontro istituzionale avvenuto nel Comune di Novella con il sindaco Donato Preti e la giunta, che proprio 48 ore prima in consiglio comunale avevano approvato all'unanimità una mozione per chiedere alla Provincia autonoma di Trento l'appartenenza alla minoranza ladina.

«In qualità di assessore regionale agli enti locali sosterrò convintamente quei Comuni della Val di Non e della Val di Sole che chiederanno il riconoscimento della ladinità nonesa» ha assicurato Ossanna.La richiesta di Novella si va ad aggiungere a quelle già presentate da Sfruz, Romeno e Ville d'Anaunia, ma molti altri Comuni hanno in programma nel prossimo consiglio comunale di far approvare una delibera che vada nella stessa direzione.

«Abbiamo avanzato questa richiesta perché riteniamo giusto che venga riconosciuta la ladinità nonesa - fa sapere il sindaco di Novella Donato Preti -. Vogliamo che enti provinciali e regionali riconoscano questo diritto ai nostri concittadini»

.Il noneso è la lingua degli Anauni, una lingua antica di derivazione romanza. Secondo alcuni studiosi è una variante del ladino dolomitico, mentre per altri non è che l'adattamento temporale linguistico al latino della lingua reto-romanza che veniva parlata nelle Valli del Noce.

La legge n.482 del 1999 stabilisce che è sufficiente che il 15% della popolazione si dichiari parte di una minoranza linguistica per considerarla tale. Nel censimento del 2001 il 18% della popolazione nonesa si dichiarò ladina e in quello del 2011 il dato salì al 25 per cento. Nel 2017 venne approvata anche una mozione in parlamento per riconoscere la popolazione nonesa come minoranza linguistica, ma nonostante tutto ancora oggi tale riconoscimento non è stato dato. «Quello della ladinità nonesa è un tema molto sentito - sottolinea Ossanna -. Se tutti i Comuni lavoreranno insieme, sono convinto che riusciremo a ottenere questo storico riconoscimento».

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