San Romedio, orso in salute

Chiamiamolo orso golosone, il pingue Bruno che da poco più di due anni vive all’ombra del santuario di San Romedio. Dal suo arrivo a Pasqua 2013 ha perso qualcosa come un quintale di grasso, raggiungendo il peso-forma di 3,5 quintali, con una quarantina di chili di muscolatura guadagnati «sul campo».

Abituato sin da piccolo agli spazi ristretti, in val di Non il plantigrado è stato rieducato dal suo custode Fausto Iob a percorrere salite e discese alle quali non era abituato. Ma certo non ha perso l’amore sfrenato per i dolci e la naturale curiosità che è costata lo smartphone a qualche pellegrino. Non che Bruno abbia imparato a farsi i selfie, intendiamoci, ma qualche visitatore distratto nel corso dell’estate ha perso il cellulare o la macchina fotografica nel recinto, e Bruno gli ha dato un morso. Tutto da buttare.

La  «lista della spesa» annuale per Bruno è stata invece resa pubblica con la delibera del Comune di Predaia che ha assegnato la fornitura delle vettovaglie alla Cooperativa Sette Larici di Coredo.
Per sfamare l’orso l’amministrazione pubblica spenderà 400 euro al mese, per un totale di 4.800 euro l’anno. Un costo che va comunque ripartito con le municipalità convenzionate di Sanzeno e Romeno.
Ecco dunque in cosa consiste la dieta del plantigrado arrivato dall’Abruzzo: 650 salamotti di carne mista da 800 grammi ciascuno, verdure varie in abbondanza (soprattutto carote, pomodori, biete e finocchi per circa 1.000 euro), 480 chili di pane raffermo, 1.000 di frutta mista di stagione (le mele nella tana non mancano mai), 60 chili di arachidi.

E ancora, 56 chili di crocchette di carne e di pesce e riso fioccato (10 sacchi da 25 chili) nonché 25 vasetti da mezzo chilo di miele.
«Trovando ogni giorno un pasto pronto, Bruno può permettersi di lasciare da parte ciò che non gli piace» riferisce Iob, di professione forestale, che ogni giorno entra nel recinto per posizionare in diversi punti dell’area il cibo di cui l’animale ha bisogno.
Per convincere l’orso a mangiare la verdura, questa viene sminuzzata in un impasto di carne, mentre il miele viene amalgamato con il mais fioccato. Ma i bocconcini che Bruno preferisce sono le  teste di salmone regalate dalla pescheria Goio...  
La cura con cui viene seguito l’animale è peraltro certificata dal veterinario Roberto Guadagnini che ha visitato Bruno recentemente: «Gli esami sono perfetti. Bruno è assolutamente in salute».

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