Santa Giustina, il mare della val di Non

di Katia Rizzardi

La Lega Navale Italiana in Val di Non ha riempito la sala del Palazzo Assessorile per una serata sull’ecosistema lacustre di Santa Giustina. Grande protagonista dell’incontro organizzato nei giorni scorsi, infatti, è stato il bacino artificiale che dal 1951 caratterizza il paesaggio d’Anaunia. In virtù della stimolante collaborazione tra Fondazione Edmund Mach e Lega Navale nonesa, il lago di Santa Giustina figura all’interno di un prestigioso progetto internazionale, denominato «Netlake», di ricerca e divulgazione limnologica.

«La limnologia, cioè lo studio dei laghi, è la scienza perfetta, poiché abbraccia un’ampia rosa di discipline: chimica, fisica, botanica, zoologia, biologia, geologia, ecologia. I limnologi possono davvero sbizzarrirsi», ha esordito la studiosa Giovanna Flaim, affiancata da Massimo Pindo. I due ricercatori hanno presentato i risultati di una ricognizione del bacino idrico, condotta nello scorso autunno. La temperatura delle acque – fattore di estrema importanza ecologica – è omogenea, fatta eccezione per le zone di immissione degli affluenti, dove si riscontra una temperatura sensibilmente inferiore. Il pH è pari a 8,5: ciò testimonia un’elevata attività algale. La penetrazione della luce nelle acque è intermedia: «Non c’è né gran torbidità, né gran limpidezza», ha osservato Flaim.

La maggiore o minore torbidità delle acque ha certamente valenza estetica, ma non solo: essa influenza il riscaldamento del bacino, lo sviluppo delle alghe, l’attività predatoria dei pesci. Il livello di ossigenazione delle acque è superiore al 60%, mentre la conducibilità è sostanzialmente omogenea. La concentrazione di sali disciolti risente del substrato di dolomia.

La ricognizione del lago, inoltre, ha permesso di evidenziare alcune criticità macroscopiche. «La cascata situata tra Cagnò e Livo è nauseabonda: se ci si avvicina, bisogna tapparsi il naso», ha riferito Flaim. Alla base del salto d’acqua, infatti, si è formato un notevolissimo spessore di detriti vegetali, inframmezzati da rifiuti plastici. «È un pericolo reale per la navigazione: si rischia di rimanere incastrati». Altrettanto critica è la zona a ridosso della diga, dove si è accumulato ogni genere di rifiuto, tra cui persino un vecchio pedalò.
Infine, suscita preoccupazione la forte erosione di alcune porzioni del litorale, dovuta al saliscendi del lago. Senza tacere le debolezze del bacino, l’incontro ha messo in luce i molti punti di forza di Santa Giustina, tra cui la pulizia delle sponde (aspetto che vede impegnata in prima fila la stessa Lega Navale nonesa) e la straordinaria valenza ricreativa del lago, frequentato tutto l’anno. In inverno c’è chi ama scalare il ghiaccio delle cascate, mentre nella bella stagione le forre costituiscono un’attrattiva eccezionale per gli amanti di canoa e kayak.

Un cortometraggio realizzato da Luca Biada ha testimoniato quanto il bacino di Santa Giustina sia luogo di socialità. Festeggiare attorno a un falò, pescare, prendere il sole, nuotare, andare in barca a vela: sono tutte occasioni di amicizia, che hanno come comune denominatore il lago. Cultura marinara, volontariato, spirito di collaborazione e un pizzico di goliardia sono le caratteristiche della delegazione nonesa della Lega Navale, guidata da Daniela Zanoni: «Siamo dei pionieri. Ci impegniamo perché possa diffondersi sempre più l’amore per Santa Giustina, il “mare” della Val di Non».

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