Valle di Non, calano i rifiuti e scendono le tariffe

In Valle di Non, l'aumento della raccolta differenziata dei rifiuti - arrivata al 76,26%, garantisce risparmi notevoli per la Comunità di valle che la gestisce e per i cittadini, che nel 2015 pagheranno il 10% in meno.

di Guido Smadelli

In Valle di Non la raccolta differenziata ha ormai raggiunto quota 76,26%, e questo significa che, delle 16.702 tonnellate di rifiuti prodotte in valle, solo 3.947 vanno a finire in discarica (a Ischia Podetti di Trento, dato che la discarica di Iscle è esaurita e chiusa).
Ma la notizia che piacerà di più ai nonesi è che, grazie alla differenziata, la Comunità di valle ha incassato 555 mila euro dalla vendita di materiali riciclabili e questo garantisce un calo del 10% delle tariffe 2015, rispetto al 2014. Grazie al dialogo tra Comunità, comuni, associazioni di categoria, il 10% va oltre per quasi tutti i settori, tranne che per l’agricoltura, che passa dal 12,12% sul costo totale di raccolta e smaltimento del 2014 al 16,22% del 2015. Il costo viene caricato sui magazzini frutta che si rivarranno sui singoli produttori, e questo significa che chi produce 20 paga per 20, chi produce uno paga per uno. Chi non è nel movimento cooperativo, paga in proprio.

«Un lavoro lungo e attnto, con conclusioni che sono frutto del dialogo con tutte le componenti della comunità e la condivisione di alcune modifiche del regolamento», commenta l’assessore ai servizi Rolando Valentini. «Possiamo dirci molto soddisfatti del risultato del nostro lavoro, soprattutto se consideriamo che nel 2014 il costo del servizio era di 4 milioni di euro, quest’anno si ribassa a 3 milioni 600 mila, un decremento del 10% netto che si riversa sulla tariffa pagata da ogni singolo utente».
L’illustrazione dei risultati è affiancata da una serie infinita di numeri, tabelle, comparazioni. Balza subito all’occhio come dalle 18.276 tonnellate di rifiuti prodotti in valle nel 2010 si sia passati a 16.702; ma ancor più, su un periodo più ampio, è il divario inerente la differenziata. Nel 2000 in valle il 78,36% di rifiuti andava in discarica, la differenziata si attestava ad un modesto 21,64%; in tre lustri il rapporto è capovolto, con 23,74% di rifiuto in discarica ed il 76,26% di differenziata. Sul 23,74% è ancora possibile incidere: dalle analisi compiute risulta che il 45% di quanto conferito nel rifiuto secco può essere riciclato. Il secco «vero» sarebbe solo il 29%; un altro 26% è costituito da tessili sanitali (pannolini), e qui è possibile un ulteriore intervento di differenziata, già in esame. Insomma, a regime, la differenziata potrebbe arrivare quasi al 90% del conferito.

Il prodotto differenziato è «vendibile». Dieci anni fa gli introiti della vendita, per la Comunità di valle, si attestavano sui 50 mila euro. Negli ultimi anni sono cresciuti a livello esponenziale: fino ai 555.252 euro incassati nel 2014, introito che consente di ribassare le tariffe. Il tutto tra l’altro dando lavoro a 67 persone: 11 in comunità di valle, dall’ingegner Francesco Zambonin responsabile del Servizio interventi di tutela ambientale all’impiegato, 35 nei vari crm , 21 tra personale d’ufficio, di discarica ed autisti. «Sottolinenando che le persone che lavorano nei centri recupero materiali sono soggetti estromessi dal mondo del lavoro, che qui trovano risposta in attesa di giungere all’età pensionabile», sottolinea Rolando Valentini, che poi insiste sul grande lavoro svolto dalla «macchina» coinvolgendo tutte le categorie e tutti gli enti: anche grazie a questo, nelle modifiche apportate al regolamento, figura quella che vedrà gli agricoltore coprire una fetta maggiore della spesa generale. Il risultato finale è che per il rifiuto secco si passa da 0,068 a 0,064 euro a litro; per l’umido da 0,0340 a 0,0307. Poca cosa? Un 10% in meno non lo è, soprattutto viste le difficoltà di molte famiglie in questo periodo; ed è possibile fare meglio ancora.

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