Stelvio, appello ecologista: Parco transnazionale, non diviso fra Province

di Fabrizio Torchio

Il futuro del Parco dello Stelvio? Un Parco transnazionale, nell'ambito di una rete di aree protette già esistenti, da rilanciare in una prospettiva europea. Appellandosi alla Commissione dei Dodici affinché, oggi, non approvi la norma di attuazione per la «provincializzazione» del più vasto Parco nazionale italiano, 13 associazioni, dal Cai al Wwf, si rivolgono anche a Matteo Renzi , il presidente del consiglio dei ministri, con una proposta per rilanciare lo Stelvio in chiave sovranazionale proprio al termine del semestre di presidenza italiana dell'Ue.

Il doppio appello è stato lanciato ieri a Trento dagli esponenti delle associazioni: Club alpino italiano, Cipra Italia, Enpa, Fondo ambiente italiano, Federazione Pro Natura, Italia Nostra, Legambiente, Lega italiana protezione uccelli, Mountain Wilderness, Pan-Eppaa, Società degli alpinisti tridentini, Touring club italiano e Wwf Italia. Destinatari della prima richiesta, il presidente Lorenzo Dellai e i componenti della Commissione dei Dodici, che all'ordine del giorno ha oggi l'esame e il voto sulla norma relativa alla «delega di funzioni amministrative statali concernenti il Parco Nazionale dello Stelvio».

Una norma che - obiettano le associazioni - «nell'impianto complessivo non garantisce la configurazione unitaria del Parco, né la sua classificazione di area protetta nazionale. Ricordando il parere negativo dell'ufficio legislativo del Ministero dell'ambiente, ambientalisti ed esponenti di Cai e Sat rilevano che un «Piano del parco con relativo regolamento approvati dalle Province (Trento e Bolzano) per la parte di rispettiva competenza territoriale, non è coerente con l'indirizzo comunitario promosso dalla Convenzione delle Alpi», e sottolineando la necessità di «una direzione scientifica unitaria e autorevole», oltre che di un presidente.

A giudizio delle associazioni, così come è concepita la norma «non avvia un serio e auspicabile progetto di riforma dell'attuale assetto istituzionale, giuridico, organizzativo e funzionale del Parco, ma ne conferma di fatto la "liquidazione"». «Non abbiamo intenzione di difendere lo status quo - ha premesso Salvatore Ferrari di Italia Nostra - ma riteniamo sia l'occasione per una decisione importante, rilanciare l'idea di un Parco transnazionale». «Il presidente del Cai Martini ha scritto a Renzi - ha ricordato il presidente della Sat Claudio Bassetti - chiedendo di riconsiderare i contenuti della norma: il rischio di localismo è quello che ci preoccupa di più ed anche dal convegno di Bormio, in luglio, è emersa la necessità di una gestione unitaria». La concretizzazione del rischio localistico - scrivono le associazioni - è che possano nascere «autonome strutture di gestione, separati Piani e regolamenti, normative distinte» e «un Comitato di coordinamento dalla natura ibrida e politica privo di competenze qualificate».

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