Sport / Traguardi

Con due nuovi record Giuliana Chiara Filippi assapora il sogno delle Paralimpiadi

La giovane atleta di Faedo, nata senza il piede destro, ha stabilito il primato ad Ancona nelle gare nazionali di categoria nel salto in lungo e nei 60 metri piani: «Se non ce la farò non sarà un dramma, sono giovane e significherà che un’altra avrà meritato più di me. Il mio idolo? Jess Owens»

LA STORIA Giuliana, l’atleta rotaliana che punta alle Paralimpiadi 
EVENTI L'elogio alle diversità nella Giornata dei calzini spaiati 
INIZIATIVA "Nuove vite di sport" a Villa Rosa di Pergine

di Angelo Zambotti

FAEDO. «Il mio idolo? Jesse Owens. Lui ha fatto capire al mondo che, anche se aveva la pelle nera, era uguale a tutti gli altri. Io voglio fare la stessa cosa: anche se sono nata senza il piede destro, sono uguale agli altri». Ha le idee chiare Giuliana Chiara Filippi, 18enne di Faedo che ha un'altra cosa in comune con Owens: il leggendario atleta statunitense che a Berlino 1936 conquistò quattro ori olimpici correva velocissimo e saltava lunghissimo, proprio come Filippi, che nello scorso weekend ha aggiunto altri primati alla propria lunga serie.

Ai campionati italiani paralimpici indoor di Ancona, la classe 2005 dell'Atletica Rotaliana ha fermato il cronometro dei 60 metri sull'8"46, abbassando di 18 centesimi il record italiano categoria T64 che già le apparteneva, mentre nel salto in lungo ha portato a 4,27 metri il primato nazionale della medesima categoria. Il tutto con un sogno: le Paralimpiadi di Parigi 2024.

«Se riuscissi a raggiungere il sogno a cinque cerchi, proprio nell'anno di altri appuntamenti importanti per me come la maturità e la patente, significherebbe che avrei centrato ogni mio obiettivo - racconta Giuliana Chiara, che ha ereditato i nomi dalle nonne - ma se non ce la farò non sarà un dramma, perché sono giovane e perché significherà che qualcun'altra avrà meritato più di me la convocazione».

Ora tutto sta procedendo nel migliore dei modi per il talento di Faedo, ma negli anni scorsi non è sempre stato così. «Quando ero bambina e pure nei primi anni di atletica - ricorda Filippi - mi vergognavo della mia disabilità, tanto che anche in estate indossavo calzettoni fin sopra il ginocchio per nascondere tutto. Quando ho conosciuto il mondo Fispes (la Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali, ndr) per me è cambiato tutto, e ho capito che la mia disabilità non è un problema».

«Devo ringraziare il mio professore delle medie, Massimo Gioberge, che mi ha spinto verso l'atletica: prima praticavo danza, nuoto e pallavolo, perché ho sempre amato gli sport, ma lui aveva capito che l'atletica sarebbe stato il mio mondo. Poi è stato fondamentale il contatto con Art4sport (onlus ispirata alla storia della plurimedagliata Bebe Vio), che mi ha fornito la protesi più adatta per correre».

Com'è la giornata tipo di Giuliana Chiara Filippi?

«Al mattino vado a scuola, all'Istituto Martini di Mezzolombardo dove frequento il corso di amministrazione, finanza e marketing a indirizzo sportivo: grazie al tutoraggio sportivo sono sempre giustificata quando sono in trasferta per le gare, poi ho le verifiche programmate e altri accorgimenti simili, senza sarebbe impossibile coniugare scuola e sport. Arrivo a casa alle 14, studio un paio d'ore e poi vado ad allenarmi sino a sera, ma dopo cena bisogna tornare sui libri. Se invece ho il pomeriggio a scuola, mi porto tutto per andare dritta in pista al termine delle lezioni. Mi alleno 5 volte a settimana, poi nel weekend ci sono le gare che sono sempre fuori regione, anche se la mia squadra vorrebbe organizzarne anche a Mezzolombardo quando sarà rifatta la pista».

Quali i progetti per il futuro?

«Vorrei diventare un'atleta professionista, ma occorrerà entrare in un corpo militare, vedremo. Poi frequentare un'università online, così da poter proseguire l'attività. Comunque voglio restare nel mondo dell'atletica paralimpica, anche quando non correrò più».

I suoi genitori cosa dicono?

«Inizialmente erano un po' titubanti, non conoscevano questo mondo quindi mi dicevano di stare attenta. Ora sono i miei primi tifosi».

Ai suoi coetanei che magari si fanno intimorire da ostacoli ben minori di quelli che lei ha superato nella vita, cosa consiglierebbe?

«Di credere sempre nei propri sogni, di non fermarsi ai pregiudizi e di non aver paura di essere giudicati».

comments powered by Disqus