Sanità / Il caso

Dermatologia, 5 mesi per una biopsia: “Pareri discordanti, alla fine sono andato a Bolzano”

Ecco cosa è successo ad un uomo di 62 anni della Piana Rotaliana che ha deciso di farsi curare fuori dalla nostra provincia: “Una vergogna, ecco perché l’ho fatto”

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TRENTO. Un epitelioma ulcerato, un tumore della pelle per dirla in parole povere, che aveva bisogno di approfondimenti per capire se di natura benigna o maligna. Questa la diagnosi che un uomo di 62 anni della Piana Rotaliana, A.F., ha ricevuto all'inizio di maggio in seguito ad una visita specialistica. Ora, a distanza cinque mesi, lo stesso ha deciso di andare a curarsi privatamente fuori provincia in quanto, nonostante le numerose visite, ha ricevuto risposte discordanti e in tempi lunghi. «Non c'è stata una presa in carico globale e a distanza di mesi la data dell'intervento di mio marito non era stata fissata».

Ma riavvolgiamo il nastro e torniamo al 10 maggio quando quest'uomo ha effettuato la prima visita per quell'escrescenza apparsa sulla tempia. La dottoressa, dopo averlo visitato, ha prescritto una biopsia. Per ottenere l'appuntamento presso gli ambulatori dell'Apss ci sono voluti 4 mesi. Non poco considerato che comunque quel problema al volto lo impensieriva e soprattutto si ingrandiva. Il 29 agosto il signore si è quindi presentato puntuale a Villa Igea per eseguire l'esame ma il medico di turno ha ritenuto che la biopsia non dovesse essere fatta ma andasse invece fissato direttamente un appuntamento per la rimozione dell'epitelioma e successiva biopsia. Quindi nulla di fatto.

Tornato dal medico di famiglia, questo gli ha quindi prescritto una nuova visita in RaoA, che quindi in teoria avrebbe dovuto essere fissata nel giro di pochi giorni. «Invece ottengo la visita con il chirurgo plastico solo per il 26 settembre, quasi un mese dopo. I medici del reparto sostengono che il mio non sia un caso grave senza che però ci sia né una diagnosi né, ovviamente, una biopsia che dicesse se si tratta di tumore benigno o maligno. Dunque l'appuntamento sarebbe stato per fine settembre per una visita, senza poi sapere ancora la data dell'intervento».

A quel punto l'uomo ha deciso di rivolgersi a Bolzano, ad un chirurgo plastico privato che dopo una visita ha fissato in tempi rapidi l'intervento, ovviamente dietro il pagamento di una cifra piuttosto importante, 1.500 euro.

«Avrei forse potuto aspettare ancora ma la sanità trentine non mi dava certezze. Lo stesso chirurgo plastico ci ha detto che se avessi in mano l'esito dell'autopsia sarebbe meglio perché se il tumore è benigno asporta poco, se maligno deve scavare di più. Così invece farà una via di mezzo e nel caso dovrò subire un secondo intervento. La conclusione è che con l'azienda sanitaria sono serviti 4 mesi per ottenere l'appuntamento per effettuare una biopsia, poi all'appuntamento mi dicono che la biopsia costa troppo e che tanto vale operare subito. Poi visto che 4 mesi di attesa non sono abbastanza, te ne fanno aspettare un altro sostenendo, senza uno straccio di prova medica, che la tua situazione non è grave e che si può aspettare ancora. Una vergogna, nient'altro da dire», conclude questo paziente davvero deluso dalla sanità trentina.

Di certo in questo caso è mancata una presa in carico globale e anche una corretta comunicazione.

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