L'antica chiesa ritrovata dopo quattro secoli

A Cavedago la visita guidata ai resti della cinta muraria: una storia legata alla peste del Seicento

di Mariano Marinolli

Erano tanti gli abitanti di Andalo che sabato pomeriggio si sono recati al Doss, la collinetta che sovrasta le case della frazione Maso Toscana, per visitare lo scavo archeologico che ha riportato alla luce l'antica chiesa di Andalo, primo luogo di culto del paese. È stata una scoperta del tutto casuale poiché lo scavo, su un prato di proprietà privata, era stato eseguito il mese scorso per sistemare il terreno: il proprietario, accortosi che dalla terra affiorava una parete intonacata, ha subito immaginato che poteva trattarsi della vecchia chiesetta di Andalo di cui si narrava l'esistenza in cima alla collinetta negli antichi testi ecclesiastici. Ma il tempo aveva cancellato questo monumento rimasto sepolto dai detriti trasportati a valle nei secoli dalle intemperie. L'amministrazione comunale aveva immediatamente avvertito la Soprintendenza provinciale dei beni culturali e, con il prezioso ausilio delle ricerche storiche effettuate dai bibliotecari di Andalo, si è riscontrato che i resti appartengono all'antica chiesa risalente al XVI secolo.

E' una grande scoperta archeologica per il Trentino, soprattutto per ricostruire la storia di questo territorio attraverso la devozione religiosa di un tempo. Infatti, pare che Maso Toscana fosse tra i primi insediamenti abitativi di Andalo assieme a Maso Colin e Maso Bertolin che sorgevano sull'attigua spianata di Maso Toscana, ai piedi del Doss. Solo che, a seguito della peste del Seicento, i masi Colin e Bertolin furono abbandonati e oggi non rimane nulla delle loro antiche costruzioni. Così come sembrava definitivamente scomparsa l'antica chiesa del Doss con il suo piccolo cimitero. Invece, il tappeto erboso del Doss ha conservato i suoi resti per tutti questi secoli, come ha spiegato ieri l'archeologa Nicoletta Pisu, dell'ufficio Beni archeologici della Provincia, ai tanti abitanti accorsi per visitare lo scavo suddivisi in piccoli gruppi per via delle normative anti-Covid.

I primi accertamenti sui reperti archeologici confermano le ricerche storiche dei bibliotecari, ossia che la chiesa fu ampliata dopo un secolo dalla sua costruzione per l'aumento della popolazione; probabilmente, come si usava a quei tempi, fu allungata con la costruzione di un'altra chiesetta, comunicante con quella originaria; sul versante settentrionale del Doss, sono emerse dallo scavo anche alcune tombe e i resti di ossa umane confermano che lì esisteva il primo cimitero di Andalo. Lo scavo si poteva visitare soltanto nel pomeriggio di ieri, poiché già da domani inizieranno i lavori di riempimento con sabbia e inerte che proteggeranno, fino a primavera, i resti del monumento da neve e ghiaccio. Con il ritorno del caldo saranno ripresi gli scavi e, forse, si riuscirà a capire quali dimensioni avesse quest'edificio di culto. Nel frattempo l'amministrazione comunale avvierà una trattativa con il proprietario del terreno per l'acquisizione dell'area archeologica.

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