I Comuni si fondono fra loro Per gli asparagi se ne parla

ZAMBANA - Con il convegno sulle future potenzialità dell’asparago bianco di Zambana, si è aperta la festa che durerà fino domenica sera, con preparazione di piatti a base del prezioso ortaggio e la vendita al pubblico di asparagi freschi. Il convegno di giovedì sera, introdotto dalla presidente della Pro loco di Zambana Monica Viola e al quale hanno partecipato anche i due presidenti delle associazioni dei produttori (Roberto Pilati per la DeCo, Denominazione Comunale, e Alessandro Malfatti (nella foto) per l’Asta, Asparagicoltori trentini associati), è stato caratterizzato dalla provocazione di Renato Tasin, il sindaco di Zambana salito sul palco assieme al suo collega di Nave San Rocco, Joseph Valer: «Noi amministratori abbiamo costruito una solida intesa per la fusione tra i due comuni. Ora tocca ai coltivatori di asparagi unirsi e fare rete, creare una sinergia per valorizzare l’asparago che non è solo simbolo di Zambana, ma anche dei comuni con noi confinanti».

Appello raccolto subito con entusiasmo da Roberto Pilati, che sa bene quali potenzialità possa avere in futuro questo ortaggio per l’economia della zona, mentre Malfatti si è espresso con cautela: «Mi auguro, come dice il sindaco Tasin, che con la fusione dei due comuni possa esserci in futuro anche un avvicinamento tra noi e la DeCo, portando avanti qualche iniziativa in comune». Perché tutta questa titubanza, chiediamo a Malfatti, nell’unire le due associazioni sotto un marchio unico di un consorzio? «Non è così facile, perché è questione di metodi diversi nella commercializzazione del prodotto. Noi di Asta, nei due punti vendita di Lavis e di Trento Sud, offriamo un prodotto con tanto di marchio e certificazione che garantisce la qualità, ma dobbiamo convincere i produttori che gli asparagi di Zambana, o di Lavis, o di Nave San Rocco, alla fine, sono sempre gli stessi. E credo che ci riusciremo».

Mano alle cifre: sono circa 800 quintali gli asparagi che si raccolgono su tutto il territorio di Zambana e dintorni: 320 quintali li produce Asta; 180 quintali, Deco. Mancano altri 300 quintali che i produttori vendono per conto proprio. Questo penalizza parecchio il prodotto, poiché nei negozi si può facilmente alterare. Il problema, com’è emerso durante i lavori del convegno, sta proprio nella commercializzazione. Pertanto, è necessario trovare un modo per coinvolgere tutti i produttori sotto lo stesso marchio, il famoso «bollino» appiccicato sul prodotto che possa garantire la provenienza dell’asparago trentino, sia esso di Zambana o di Nave San Rocco. Il presidente della Comunità, Gianluca Tait, ha esortato i produttori ad unirsi ed ha proposto di creare un «Parco agricolo della Piana Rotaliana», per mettere in mostra asparagi, uva, mele e quant’altro si produce nella zona.

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