Giudicarie / Il caso

Crisi idrica, per la prima volta nella storia a Storo servono le autobotti

Il sindaco Nicola Zontini annuncia di aver attivato il sistema di allertamento dei vigili del fuoco permanenti di Trento: il vascone di rifornimento in località Sopravillo era completamente vuoto

di Giuliano Beltrami

STORO. Il sole picchiava a piombo ieri mattina: pareva luglio. Si sudava? Ma non era questo il problema. Il problema viene dall'inverno senza fiocchi. E se non "fiocca", te la vedi brutta in questa stagione. Comincia la siccità. Cambiamenti climatici? Qualcuno non ci crede, ma le autobotti cominciano a girare anche dove non hanno mai girato.Ieri è toccato (è la prima volta nella storia) a Storo.

«Il vascone in località Sopravillo è completamente vuoto. Completamente", esclama il sindaco Nicola Zontini, che annuncia di aver attivato il sistema di allertamento dei vigili del fuoco permanenti di Trento, che sull'ora di pranzo sono scesi per riempire il vascone.

«Poi ho chiesto alla sindaca di Bondone Chiara Cimarolli, che ha dato la piena disponibilità e che ringrazio, di dare a Storo una quantità d'acqua, che verrà portata in giornata».

Quindi, riassumendo, 30.000 litri gettati nel vascone di Sopravillo (sul versante ovest della valle, sopra Ca' Rossa, la zona residenziale di Storo) e 30.000 a Lodrone, la frazione più meridionale del comune, al confine con la Lombardia.

A questo punto balza all'occhio il progetto di razionalizzazione della rete idrica da oltre due milioni e mezzo di euro, previsto dal Comune e finanziato dalla Provincia per mettere in rete gli acquedotti della piana del basso Chiese fra i comuni di Storo, Bondone (con la frazione di fondo valle di Baitoni) e Bagolino (a sua volta con la frazione di fondovalle di Ponte Caffaro). «Intanto cominciamo - spiega il sindaco - perché domani mattina (stamattina per chi legge, ndr) partono i lavori di collegamento dell'acquedotto fra Darzo e Storo».È la crisi idrica, bellezza.

L'ente pubblico corre, come ci si aspetta che corra, poi (dall'altra parte) ci sono persone che annaffiano tranquillamente gli orti e i giardini con l'acqua dell'acquedotto. Nessuno si presta a denunciare pubblicamente, a darti nome e cognome, perché "sai com'è? E' il mio vicino di casa...", però il brontolio non se lo fa mancare nessuno.

Quindi, basta fare un giretto e chiedere. Ascolterai quello che ti dice di aver visto annaffiare le aiuole in un'azienda dell'area industriale di Storo; sentirai la signora che si lamenta perché un'altra signora annaffiava l'orto (sempre con l'acqua potabile) in quel di Darzo; stessa cosa per Lodrone. Infine troverai quello che invoca l'intervento di controllo della polizia municipale per evitare gli sprechi.

E tutto ciò premesso, ti viene una riflessione: manca certamente il senso civico di chi spreca l'acqua, ma il mondo è pieno di "cuor di leone" che se ne guardano bene dall'avvisare chi di dovere quando vedono sprecare acqua.Detto questo, la cosa preoccupante è che non siamo ancora all'inizio dell'estate. Ci aspettano lunghi mesi di incognite, nella speranza che non si trasformino in una lunga "via crucis".

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