Riaperta la strada di Nembia, ma i problemi rimangono sempre

L’ennesima frana caduta la scorsa settimana sulla statale 421, la strada dei laghi di Molveno e Tenno, aveva provocato una nuova chiusura del collegamento tra la Paganella e le Giudicarie. Questa volta però, a differenza del passato, tecnici e operai della Provincia sono riusciti a riaprirla ieri mattina a tempo di record, pur con transito a senso unico alternato.
Tuttavia, non ne possono più i tanti pendolari di San Lorenzo e delle Giudicarie che ogni giorno devono recarsi sull’altopiano della Paganella per lavorare. Non ne possono più nemmeno gli operatori economici dell’altopiano, perché le frequenti chiusure della strada provocano un serio danno economico alle loro attività, e non solo all’immagine turistica della località.
E’ ben vero che, con le restrizioni Covid, i turisti che arrivano da San Lorenzo sono prevalentemente giudicariesi o dell’Alto Garda, famiglie che salgono la domenica in Paganella per una passeggiata sulla neve. I pendolari, invece, sono costretti ogni volta che la strada viene chiusa ad infilarsi nella deviazione infernale di Deggia, località nota per il suo santuario, transitando lungo una strada stretta e rischiosa per le frane, forse più della statale. La soluzione? «Una galleria paramassi - risponde il sindaco di San Lorenzo, Ilaria Rigotti - così si eviterebbero le tante chiusure e i lavori necessari per ripristinare la viabilità».
E’ proprio delle scorse settimane la notizia che la Provincia ha messo in bilancio di previsione 2,1 milioni di euro per le opere di protezione della parete rocciosa e di 1,7 milioni di euro per la progettazione esecutiva e l’allargamento della carreggiata.
Però rimarrebbe sempre una viabilità precaria; infatti anche i lavori di ripristino a seguito della frana precipitata sulla strada nel novembre 2019, non sono ancora completati e dimostrano come sia necessario un intervento definitivo per la messa in sicurezza di quel tratto della statale, tra la galleria delle Moline e Nembia. Sono appena seicento metri di strada e anche i geologi, per la inconsistenza della roccia troppo friabile, sostengono che sarebbe più sicura una galleria.
Il sindaco Ilaria Rigotti di San Lorenzo Dorsino, il comune interessato per quel tratto di strada, intende formare un tavolo di lavoro con gli amministratori della Paganella e la Provincia per insistere sulla galleria paramassi, invece di ricorrere sempre a interventi tampone: «L’errore fu fatto, durante la costruzione della galleria delle Moline, nel non allungarla di altri seicento metri. E allora, perché non prolungarla con una galleria paramassi a vista sulla valle, come quelle esistenti lungo le statali del lago di Garda?».
Il timore è, come alla fine del 2019, che la strada rimanga percorribile solo a senso unico alternato per diverse settimane. E rimanere fermi in coda al semaforo, sotto quelle pareti rocciose pericolanti, non è certo piacevole.
Come detto l’ultima opera di rilievo per evitare la caduta di frane risale al 2004 quando la Provincia, su iniziativa di Silvano Grisenti (assessore dell’epoca alle infrastrutture), effettuò la costruzione della galleria Moline, lunga settecento metri, in sostituzione delle pericolanti gallerie esistenti da oltre due secoli. Oltre alla galleria, con una spesa totale di 6,6 milioni di euro, fu allargato un tratto di strada con la protezione delle pareti rocciose sovrastanti. Ma anche all’uscita della nuova galleria, nel 2016, avvenne una frana con la conseguente chiusura della strada. Fu poi la giunta di Ugo Rossi a presentare una proposta, sollecitata dall’amministrazione comunale di Molveno, per il disgaggio della parete rocciosa e l’allargamento di quel chilometro di strada. Però, a detta dei tecnici, essendo la roccia assai friabile le reti di protezione si riempirebbero in poco tempo di materiale inerte; meglio sarebbe prolungare la galleria, modificando il progetto da 5 milioni di euro già esistente, quello per l’appunto approvato dalla giunta Rossi, che prevede il finanziamento di 2,5 milioni di euro per opere stradali, 1,5 milioni per il disgaggio e un milione tra oneri per la sicurezza e imprevisti.

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