Baita "regalata", assolti il notaio e la geometra

Dopo tre gradi di giudizio e una condanna annullata, è arrivata una doppia assoluzione per il notaio di Tione, Paolo Franceschetti e la geometra di San Lorenzo in Banale, Angela Baldessari finiti nei guai per la vicenda che riguardava la donazione di un maso in Val Algone, poi peraltro restituito, da parte di Elena Zambanini, la nonnina di Campiglio scomparsa nel 2017, che ha lasciato milioni di euro agli orfani.

La sentenza di assoluzione è stata pronunciata ieri dai giudici di Bolzano, dove si è svolto il processo, dopo che la corte di Cassazione, nel luglio 2019, aveva annullato la sentenza di condanna a 18 mesi inflitta in secondo grado al notaio (per falso) e alla geometra (accusata di falso e truffa), rinviando gli atti alla corte d'appello altoatesina.
Il caso finito in Tribunale era partito da una querela presentata nel 2012 dall'anziana signora contro il notaio e quella che all'epoca era la sua geometra di fiducia. Al centro del procedimento c'era l'atto notarile con cui l'anziana, nel marzo del 2012, donò a Baldessari la proprietà di un maso in val Algone, uno degli angoli più belli del parco Adamello Brenta.

Donazione che l'anziana donna sosteneva però di non avere mai voluto fare. Diciamo subito che il notaio - difeso dagli avvocati Alessandro Melchionda e Andrea Antolini - e la geometra, assistita dall'avvocato Marcello Russolo, hanno sempre respinto le accuse. La geometra sosteneva che l'immobile le era stato regalato, volontà che sarebbe stata confermata anche davanti al notaio. Quest'ultimo a sua volta replicava di aver agito con la massima correttezza e chiamò a deporre le impiegate che presenziarono come testimoni alla stipula dell'atto, le quali - davanti ai carabinieri - confermarono che l'anziana venne informata nel dettaglio dei contenuti dell'atto di donazione. Pure negando ogni tentativo di truffa, visto che l'anziana sosteneva di non di non avere mai voluto donare il maso, la geometra aveva comunque deciso di restituito il bene già nel corso del processo di primo grado, che si era poi concluso con una duplice assoluzione.

Sentenza ribaltata però in appello, dove i due erano stati condannati a 18 mesi.
La battaglia era proseguita in Cassazione, dove i difensori avevano presentato ricorso, denunciando sia profili di carenza nella motivazione che per quanto riguardava l'istruttoria dibattimentale, in particolare per quanto riguardava le dichiarazioni rese dalle due segretarie.Pure precisando di non ricordare il caso specifico, in due avevano ribadito che - di prassi - quando era necessario erano presenti come testimoni alla lettura dell'atto e una terza segretaria aveva riferito di averle viste entrare nello studio. Un quadro che, per i giudici di secondo grado, non bastava a ritenere provata la lettura dell'atto. Da qui la condanna. Ma sul punto gli Ermellini hanno accolto la tesi della difesa, ritenendo che non si potessero sposare tout court le dichiarazioni della parte offesa.

La Cassazione aveva dunque annullato la condanna, rinviando gli atti davanti ai giudici di Bolzano, dove in particolare sono state riassunte le testimonianze delle segretarie, le quali hanno ribadito quanto dichiarato a suo tempo ai carabinieri. Ora, come detto, è arrivata la duplice assoluzione per il notaio Franceschetti e la geometra Baldessari. Quanto alle ragioni si dovrà attendere il deposito delle motivazioni.

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