L'orso ripete la razzia sulle arnie di Remo Artini

La storia si ripete e fa ancora più male, nonostante le proteste e il lavoro per costruire difese ancora più forti, l'orso ha colpito ancora e a farne le spese è stato di nuovo Remo Artini , che in una notte ha perso i suoi apiari collocati in località Rocca di Breguzzo.
Un anno fa, l'apicoltore si sfogava sulle pagine di questo giornale dopo che il plantigrado, a seguito di numerosi attacchi era riuscito a penetrare la rete di protezione alta quasi due metri e con base in cemento facendo incetta di tutte le sue arnie. 
A distanza di 9 mesi la storia si è ripetuta nel medesimo modo, gettando nello sconforto più totale l'apicoltore di Borgo Lares. I primi segni della presenza dell'orso si erano avvertiti mercoledì notte, con 5 arnie trovate rovesciate, ma la notte successiva è tornato distruggendo le rimanenti. 

Inequivocabile la presenza delle impronte dell'animale, lasciate fresche sulla neve caduta nella serata. «Non so più a chi rivolgermi - l'appello dell'agricoltore - ogni anno la stessa storia e sono qui a chiedere un confronto con gli assessori competenti, la situazione è sempre più grave. A pensarlo non sono solo io, ma un gruppo compatto di apicoltori e allevatori in zona. Siamo tutti sulla stessa barca, ogni anno proteste e reclami ma la situazione non cambia, si vive in inquietudine a pensare che i nostri animali là fuori, ai quali dedichiamo stagioni intere di lavoro, possano essere uccisi da un momento all'altro. Insicurezza che ci assale anche quando andiamo a controllare che tutto sia a posto o a contare i danni, non si è mai sicuri che l'animale sia andato effettivamente via o resti ancora nei paraggi...». La preoccupazione è forte, freschi i ricordi del giugno scorso quando in un mese l'orso mise a ferro e fuoco la Val di Breguzzo e i territori circostanti, con numerosi e devastanti attacchi a maiali, asini, api e capre.
C'è chi come Remo resiste nonostante tutto, la passione per la sua professione lo fa andare avanti, ma assicura «c'è chi pensa di smettere col proprio lavoro». La situazione è in evoluzione, si temono altri attacchi e la preoccupazione cresce; si aspetta una reazione concreta da parte delle autorità.

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