Festival della polenta vince la «carbonera» di Condino

di Giuliano Beltrami

«Se il mare fusse tocio e i monti de polenta...».
Intona la canzone popolare gli «Avanti e 'ndre», il duo folk del Chiese benedetto dalla trasmissione televisiva X Factor. La gente riempie ancora la piazza del Comune e molti seguono le strofe. Sono quasi le 17, il cielo continua a mostrare il broncio, ma ormai la seconda edizione del «Festival della polenta» è finita. Diego Decarli (qualcosa più di un addetto stampa del Consorzio turistico) ha appena letto il giudizio delle giurie che premiano (o, vista dall’altra parte, bastonano) le polente concorrenti.

Quattro tipi («carbonera», «patate», «macafana» e «cucia») di otto località diverse: Storo, Condino, Brione, Cimego, Strada, Praso, Bondo e Ledro. E poi Roncone (patria del «calderon de Roncon») che doveva esserci, ma all’ultimo momento si è ritirata.

Alla fine ecco le graduatorie. Giuria popolare: prima la «macafana» (cicoria, spressa e, ovviamente, farina gialla); seconda la «carbonera» (salame, burro e formaggio) di Storo, vincitrice dell’anno scorso; terza la «carbonera» di Condino, seconda l’anno scorso. Le altre a pari merito.

Giuria degli esperti guidata (potrebbe essere altrimenti?) dal re dei cronisti enogastronomici italiani Edoardo Raspelli che sancisce un risultato differente: prima la «carbonera» di Condino, seconda la «macafana» di Cimego, terza la «carbonera» di Storo.
Dato che ci siamo, forniamo pure la classifica delle polente di patate, vinta da Strada, davanti a Ledro e Praso. «Differenza piccolissima», assicura Decarli, citando i punteggi, secondo cui la vincitrice ottiene 61 punti, la seconda 59,5, la terza 57.

Che la seconda edizione del «Festival della polenta» sia andata bene oltre ogni aspettativa lo dice il numero delle tessere acquistate: 1.500. «Quasi quasi - commentano i responsabili della Pro Loco - è meglio che non ci fosse bel tempo, altrimenti non avremmo saputo dove metterli tutti e cosa dar loro da mangiare».
Naturalmente è una forma consolatoria, perché l’auspicio immagina sempre un numero impressionante di pubblico. A Storo fanno notare che, a differenza di altre manifestazioni, la partecipazione è certificata dalle tessere pagate, quindi il numero è sicuro. Non si sgarra.

Perciò domenica 9 ottobre si respirava un’aria di soddisfazione fra i dirigenti della Pro Loco, del Comune di Storo, del Consorzio turistico, della Comunità di Valle, del Bim del Chiese e della Provincia, tutti soggetti che hanno contribuito alla riuscita della manifestazione. Ma in particolare i volontari della Pro Loco di Storo, guidati dal presidente Nicola Zontini, erano quelli con il morale più alto, perché quando ti sobbarchi giornate di lavoro e tutto fila liscio, non puoi che essere contento.
Contenti anche i 30 espositori presenti, gli scultori che hanno scolpito le statue ed il trofeo da assegnare ai vincitori, nonché i responsabili di Slow Food (l’associazione del mangiare lento) che, nonostante la festa imperante, hanno avuto un buon pubblico al
convegno dedicato alle verdure, allo sviluppo sostenibile ed al consumo responsabile.

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