Da Tione alle Midlands per disegnare le Bentley

di Giuliano Beltrami

Volare in alto, andare lontano, ma con un sogno: prima o poi tornare a casa. Marco Failoni di Tione, 27 anni, è uno dei tanti giovani che con la laurea in tasca hanno preso la via dell'Inghilterra: a Londra ce ne sono migliaia, talvolta con lavori corrispondenti al titolo di studio, talvolta a fare i baristi o i camerieri. Marco però non è a Londra e usa la sua laurea ottenuta a Milano in disegno industriale. Prima di passare la Manica ha fatto apprendistato nelle Giudicarie, con un cugino architetto, ma soprattutto a Torino, dove ha lavorato per un paio di aziende del settore automobilistico. D'altronde Torino (patria di Pinin Farina, Bertone, Giugiaro) è la patria del design per l'automobile.

Marco non si è fermato. Un bel giorno ha spiccato il salto verso Bentley Motors. E quando dici Bentley immagini subito macchine leggendarie (Mulsanne, Continental): il lusso vero. Nelle Midlands (terre centrali) c'è una cittadina di 40.000 abitanti, Crewe, dove la Bentley ha sede: uffici amministrativi, progettazione, produzione. E lì c'è Mulliner, una carrozzeria che costruisce macchine su misura e che è stata assorbita dalla Bentley, a sua volta comperata qualche anno fa dal gruppo Volkswagen. Il designer di Tione lavora nel centro stile: «Ci occupiamo di disegnare tutto ciò che è visibile dentro e fuori dalla macchina», spiega. «Nel mio ufficio siamo una dozzina, ma il centro conta qualche centinaio di operatori. Noi disegniamo, poi mandiamo in progettazione. Se qualcosa non va, il disegno torna indietro».

Un tempo si sarebbe detto: «Un posto così... Da tenerselo stretto». Un tempo. Oggi se chiedi a un giovane ti risponderà: «Rimango finché non si presentano occasioni migliori». Marco sorride e non fa eccezione. «L'ambiente lavorativo è bello; il paesone non è un granché, ma ci si può spostare di qualche chilometro». Quello che non ti aspetteresti, invece, è la risposta successiva: «Comunque in futuro io mi vedo qui a Tione. La mia famiglia, cui devo e dedico tutti i miei traguardi, ha un'attività commerciale, perciò se si verificassero le condizioni tornerei».

Per ora niente progetti, perché se lo chiamassero alla General Motors... «Il settore è molto frizzante», conferma Marco, che racconta di non avere spedito curricula, ma di essere stato contattato direttamente. «Se sei nel giro ti arrivano le offerte attraverso canali come Linkedin. Quando hanno bisogno perché partono nuovi progetti chiamano». Quindi nuovi progetti alla Bentley. «Sì, ma non posso dire di più: non posso divulgare segreti aziendali». Nelle aziende serie lasci il cellulare fuori dall'ufficio, e i computer sono scollegati dalla rete. Figurati se puoi raccontare ad un giornale!

Bentley per provare un gruppo più grosso delle piccole aziende torinesi, per vivere l'esperienza dell'organizzazione anglo-tedesca. Sono lontani i tempi in cui Marco Failoni giocava a pallavolo: ha militato in squadre di Serie B, dal Mezzolombardo alle squadre della Lombardia; ha sfiorato addirittura l'Itas Diatec. Poi il lavoro lo ha portato lontano. «Ma tornerò, perché sono un montanaro nato. No, non sono un mammone. Credo di più all'aspetto identitario e culturale». Non ci sarà più la pallavolo, ma la passione per la chitarra è rimasta: le suona e se le costruisce pure. «Nel tempo lasciato libero dal lavoro. Perché il lavoro.. è una priorità».

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