Famiglia cooperativa Pinzolo Collini «doppia» Ciaghi

di Giuliano Beltrami

La centoventesima assemblea della Famiglia Cooperativa di Pinzolo ha scelto: William Collini è il nuovo presidente. Ha doppiato il concorrente Giuseppe Ciaghi: 345 voti a 171.
Insieme a lui, nel consiglio di amministrazione, siederanno Paolo Maestranzi (l’unico rimasto del vecchio consiglio) e quattro su cinque membri della sua squadra: Bruna Cunaccia, Gastone Cominotti, Elisabetta Maturi e Massimiliano Zenari. Quarto degli eletti è Silvano Bonapace, l’unico consigliere uscente.

Bilancio e relazione sono dei commissari Maurizio Postal e Tullio Waldner, ma i due non sono stati nemmeno invitati.
Che il presidente uscente Ornello Binelli abbia il dente avvelenato lo capisci fin dalle prime battute, anzi, prima ancora di trattare i punti, quando dal palco lancia uno spruzzo di veleno: «I commissari sono costati 140.000 euro, e la Consulta delle signore (costituita per dare consigli alla Cooperativa, ndr) ha dichiarato: “Hanno fatto più danni della concorrenza!”».

Ne ha per molti Binelli, che ricostruisce la storia del commissariamento, «deliberato senza sentire me ed il Consiglio». E cita le tante cose fatte dal 27 gennaio 2013 (giorno dell’insediamento) al 27 ottobre del 2014, giorno del commissariamento. Poi narra del ricorso al Tar (26 novembre 2014) e della sospensiva respinta; del conseguente ricorso al Consiglio di Stato.

«Non rinnego nulla degli investimenti programmati; sono dispiaciuto per non aver potuto approvare il nuovo statuto. Non mi candido più, scelta difficile e sofferta, ma sono stanco, provato e amareggiato per quanto è uccesso. Cooperativa - azzanna - colpita da beceri interessi di parte, da arroganza e saccenza di pochi».
Via con l’applauso, però, nonostante le sollecitazioni, non interviene nessuno, dopo i due consiglieri in uscita, il vicepresidente Agostino Lorenzetti e Romeo Collini, che tenta di scaldare la sala con una prosa scandita e forbita. E il silenzio, probabilmente, rende ancora più malinconica l’uscita di Ornello. A difendere i commissari ci pensa il caposindaco Lorenzo Cozzio, il quale sostiene «l’ottimo lavoro svolto e le valide soluzioni proposte».

Chi si aspettava l’arena è deluso: Paladolomiti pieno, ma compassato. Non scalda la sala nemmeno il vecchio leone Giuseppe Ciaghi, 75 anni, già presidente negli anni Novanta quando scalò addirittura la gerarchia del Sait arrivando alla vicepresidenza. Sfodera la grinta e il repertorio del tribuno e tuona che «ci vuole un’alternativa; ci vogliono persone che credono nella cooperazione». Attacca di brutto William Collini, reo di essersi dimesso da consigliere poco prima del commissariamento; brutalizza i soldi spesi per i commissari e chiede che «l’Assemblea impegni il prossimo Consiglio a chiederli indietro alla Provincia». Peraltro nessuno si fa carico di raccogliere la proposta.

Decisamente più pacato il suo concorrente, William Collini, che con tono rassicurante parla del futuro della Cooperativa. Le difficoltà stanno nei numeri, illustrati dal direttore Luca Pederzolli, che non ha voluto il tempo indeterminato, perché «deve essere il Consiglio a scegliere: se vogliono rimango, sennò vado».

Ricavi in netta flessione: da 23 milioni e 900.000 a 22 milioni e 800.000. Perdita di 95.000. Poteva andar peggio: sarebbero stati 500.000 se non fossero stati messi in atto correttivi come il taglio del costo del personale da 4,8 a 4,4 milioni: taglio degli stagionali e rinnovo a condizioni particolari del contratto integrativo aziendale. Dell’eredità dei commissari fanno parte fra l’altro una buona situazione finanziaria, il ridimensionamento dei costi per il nuovo supermercato di Giustino (da 3,8 a 2,8 milioni), la ristrutturazione del negozio di Spiazzo, l’affidamento ad un’agenzia specializzata di uno studio sull’ingrosso. E ora si riparte.

«Sono passati 15 mesi da quando mi sono dimesso - sottolinea Collini il giorno dopo l'assemblea - e in questo periodo sono successe molte cose. Non voglio fare polemica, ma la mancata presenza dei commissari in Assemblea (il presidente Binelli non li ha invitati, ndr) è stata inopportuna, anche perché loro hanno amministrato per un anno. Per me hanno amministrato bene, ma indipendentemente dal giudizio credo sia necessario invitarli come Consiglio di Amministrazione per sentire di prima mano le iniziative prese e come vedono le prospettive. Non è che io non voglia rispondere, ma preferisco insediarmi e prendere conoscenza. Prima di prendere qualsiasi decisione, qualsiasi essa sia, dobbiamo essere informati. Non mi piace dire faremo, faremo, faremo. C’è bisogno di condivisione».

 

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