Val di Fassa / Il caso

Baita devastata a Canazei durante il lockdown, nell'aula di tribunale le scuse dei ragazzi

Sono dodici gli imputati, all'epoca dei fatti minorenni: quasi per tutti è stata chiesta la messa alla prova, la prossima udienza davanti al giudice minorile è in programma a marzo. Ieri hanno parlato cinque ore sull'accaduto: alcuni hanno ammesso di aver esagerato con la vodka, altri si sono detti profondamente pentiti

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di Marica Vigano'

TRENTO. Si sono presentati davanti al giudice e hanno parlato per quasi cinque ore i ragazzi, all'epoca dei fatti minorenni, accusati di aver distrutto l'interno di una baita a Canazei, lungo una pista da sci.

Alcuni hanno ammesso di aver esagerato con la vodka, al punto da non rendersi conto bene di quanto stavano facendo. Altri hanno fatto ammenda, dicendosi profondamente pentiti: «Se fosse capitato a me, mi sarei messo a piangere» ha detto un ragazzino.

Undici dei 12 imputati erano presenti in aula l'altroieri, presso il tribunale per i minorenni di Trento. C'è chi (under 18) era accompagnato dai genitori e dall'avvocato, chi (superata la maggior età) si è presentato solamente con il proprio legale. Gli episodi contestati sono avvenuti nel periodo del lockdown, fra dicembre 2020 e marzo 2021.

I ragazzi avevano organizzato alcune feste prendendo come punto di ritrovo proprio la baita che appartiene alla famiglia bolognese Roncari-Tamburini, struttura utilizzata come casa-vacanza e in quel periodo chiusa.

Lì arrivavano con gli sci ai piedi. L'euforia di un incontro fra amici, fra l'altro "proibito" per le restrizioni della pandemia, si sarebbe trasformata in violenza distruttiva. Complice l'alcol (i ragazzi, a domanda precisa, hanno escluso di aver fatto uso di stupefacenti), alcuni del gruppo se l'erano presa con mobili ed elettrodomestici, danneggiando anche i tubi dell'acqua e l'impianto elettrico, infine sfasciando vetri e porte.

Come la famiglia dei proprietari aveva denunciato, il frigo e la caldaia erano stati addirittura lanciati fuori dalla finestra. Insomma, una devastazione: la parte offesa aveva presentato un conto da 130mila euro. Ma al di là del risarcimento, c'è la parte penale della vicenda. Erano diciassette inizialmente gli indagati, fra cui alcune ragazze, ma cinque sono usciti dal procedimento: per dodici c'è stato il rinvio a giudizio con le accuse di concorso in danneggiamento ed invasione di terreni ed edifici.

Per undici imputati è stata chiesta la messa alla prova (per due ragazzi i legali hanno chiesto l'assoluzione per la particolare tenuità dei fatti e in subordine il perdono giudiziale), mentre un imputato ha scelto la via del rito abbreviato. Nel corso dell'udienza è emerso che uno dei responsabili del danneggiamento dei tubi è uscito dal procedimento: la sua posizione era stata stralciata dal fascicolo in quanto soggetto ritenuto "non parte attiva" nel danneggiamento. Ma ormai quasi tutti i tasselli del puzzle sono al proprio posto.

La prossima udienza, fissata ad inizio marzo, sarà probabilmente l'ultima: il giudice scioglierà le riserve e arriveranno le sentenze. Nel frattempo si sta completando anche l'accordo per il risarcimento: sul piatto gli imputati hanno presentato 55mila euro, cifra che i proprietari della baita sarebbero intenzionati ad accettare.

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