Sanità / Il caso

Nuovo ospedale di Cavalese, la Mak rivede i conti: costerà tra i 12 e i 18 milioni in più

La ditta che propone un «project financing» rivede i costi (ma anche i posti letto e le cubature), dopo le osservazioni del Nucleo di valutazione che chiedeva chiarimenti

di Andrea Tomasi

CAVALESE. Il nuovo ospedale di Fiemme costerà di più. Se verrà costruito, lieviteranno le spese: da un 10 ad un 15% in più. Sono le proiezioni sul nuovo, possibile, polo della salute. Per la «città sanitaria» che potrebbe sorgere nella piana di Masi di Cavalese è prevista una spesa superiore ai 120 milioni di euro preventivati nel "pacchetto all inclusive" proposto la scorsa primavera dall'Associazione temporanea di imprese capitanata dalla Mak Costruzioni.

Si calcola quindi che, viste le indicazioni date dal Navip (Nucleo di analisi e valutazione degli investimenti pubblici), l'intera operazione (parliamo di un partenariato pubblico privato) potrebbe costare da 132 milioni di euro a 138.

Il ritocco verso l'alto si è reso necessario ed è stato fatto dalla cordata di imprese (oltre a Mak, ci sono Siram, Dolomiti Energia e Banca Intesa nel ruolo di socio finanziatore) dopo che il Navip, a seguito di alcune verifiche sui disegni e dati ricevuti, è arrivato alla conclusione che il complesso deve essere più grande e che la proposta deve comprendere anche parte degli arredi. Così l'Ati, che si avvale anche di tecnici del settore sanitario, ha provveduto alla modifica delle carte (500 i rilievi fatti dalla Provincia) e, dopo aver sentito Banca Intesa, ha alzato l'asticella.

L'8 ottobre scorso ha presentato la documentazione richiesta e ora attende la riposta del Nucleo - composto in buona parte da dirigenti provinciali - che deve dire se c'è o non c'è pubblico interesse.Il fatto che il Navip abbia chiesto un ampliamento anziché una riduzione degli spazi ha colto tutti di sorpresa. I metri quadri di superficie aggiuntivi sono circa 2000, mentre il volume extra si traduce in 6000 metri cubi. Ora si parla quindi di 116.000 metri cubi, su una superficie complessiva di 32.000 metri quadrati (comprensiva dell'area di atterraggio dell'elicottero). Realisticamente aumenterà anche il numero dei letti (nel disegno originario si parlava di 94 letti).

La questione è caldissima. Se ne sta parlando da mesi in Val di Fiemme, ma anche nelle Valli di Fassa e Cembra, dato che l'ospedale dovrebbe essere il riferimento per tre territori. Il caso ha una valenza provinciale perché stiamo parlando di un pilastro importante per il sistema sanitario trentino. Il progetto di nuovo ospedale si pone come alternativa a quello originario di ristrutturazione dell'esistente (secondo la gara vinta dallo studio milanese Ravegnani Morosini), da 47 milioni. La ristrutturazione - pensata anche per risparmiare terreno verde, sostenuta dall'amministrazione comunale di Cavalese - è una sostituzione edilizia con costruzione del nuovo edificio e poi demolizione del vecchio nelle stessa area pur se in posizione diversa.

L'ipotesi era stata studiata e validata dai Sevizi provinciali sulla base di un concorso di idee. Il bando di progettazione preliminare del progetto fu vinto dal Morosini. La linea della Provincia sembrava tracciata, il 5 luglio scorso però è arrivato il colpo di scena, quando l'Azienda provinciale per i servizi sanitari ha inviato una lettera al Navip dando indicazioni molto precise circa le esigenze, evidenziando come un nuovo polo ospedaliero sarebbe la soluzione migliore, mentre rimettere mano a quello oggi operativo allungherebbe i tempi. Questo il testo: «È rilevante osservare a margine del lavoro fatto che - nel caso la proposta in oggetto non risulti di pubblico interesse (il riferimento è all'analisi della proposta dell'Ati guidata dalla Mak, quella del nuovo ospedale) - l'ipotesi alternativa di ristrutturazione dell'Ospedale esistente presenterebbe difficoltà ad essere realizzata mantenendo la continuità di attività sanitaria, in considerazione delle elevate interferenze prodotte dalla coabitazione con un cantiere. In subordine richiederebbe di procedere per molte fasi, con costi ingenti e tempi certamente superiori al quinquennio.

Si evidenzia quindi che l'ipotesi della costruzione di un nuovo ospedale, a prescindere dalla modalità di realizzazione (appalto tradizionale, concessione o PPP), risulta certamente meno impattante sulla continuità della funzione nosocomiale; infine, si ritiene utile e necessario segnalare che - qualora venga realizzata una nuova struttura - l'immobile attuale non sarebbe più di interesse per finalità sanitarie e pertanto andrebbe collocato nel patrimonio disponibile della Pat (Provincia autonoma di Trento) in quanto non più necessario per il soddisfacimento delle funzioni istituzionali della scrivente Azienda». Una "spinta tecnica" pro nuovo ospedale.

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