Val di Fassa, pronti gli appartamenti per i profughi

Comun General e sindaci: soluzione condivisa

Una prova di grande maturità, impegno  e solidarietà della valle ladina. 
Comun General e sindaci dei sette paesi hanno lavorato in maniera veloce e concreta allo scopo di trovare una soluzione condivisa. E così è stato. A fronte della possibilità che la Provincia di Trento concentrasse tutti i profughi destinati alla Val di Fassa nel solo paese di Soraga, le autorità amministrative hanno raggiunto velocemente un accordo che prevede il reperimento degli appartamenti necessari ad accogliere il numero congruo di persone richiedenti asilo per la valle.
 
Si è optato, quindi, per l’ospitalità di singoli nuclei familiari, al fine di favorire il più rapido inserimento naturale dei richiedenti asilo nel contesto socio-territoriale, facilitandone l’integrazione. Ad oggi, sono stati reperiti cinque appartamenti, sui sette necessari, mentre è in fase di ultimazione anche la definizione degli ultimi due. Gli alloggi disponibili sono già stati notificati agli uffici provinciali nonché all’assessore competente Luca Zeni e, per alcuni di loro, l’iter burocratico è già iniziato con i sopralluoghi di tali appartamenti da parte del Cinformi (Centro informativo per l’immigrazione). 
 
Secondo le previsioni, ogni appartamento dovrebbe ospitare cinque persone per ciascuno nei sette paesi della valle, evitando così la concentrazione di 30-40 migranti nello stesso luogo, come era stato ipotizzato nell’albergo Ombretta di Soraga di proprietà di una cooperativa collegata alle Acli.
 
«Siamo in attesa - spiega la procuradora Elena Testor - sia dei vari riscontri da parte dei servizi sociali della Provincia, sia di conoscere quale associazione o cooperativa sarà titolare del progetto di accoglienza dei richiedenti asilo, in modo da coordinarne strutture e servizi di valle. Ancora una volta, la determinazione e la sinergia che caratterizzano il Comun general e i sindaci di Fassa, stanno dimostrando che la nostra valle è luogo di accoglienza, unione e solidarietà».
L’Autonomia del Trentino, avevano sottolineato un po’ tutti, è cresciuta in questi ultimi decenni grazie anche ad uno spirito di tolleranza e accoglienza che ci ha rafforzati nell’autostima e nella capacità di autogoverno.
Viene così cancellata una brutta pagina di cronaca recente che ha coinvolto la Valle di Fassa.
Il 29 ottobre scorso infatti non fu una bravata o un gesto di stizza l’attentato dove ignoti avevano sparso 20 litri di gasolio per incendiare l’albergo Ombretta destinato a ospitare alcune donne e bambini profughi.
C’era la volontà di distruggere, di fare del male, di cancellare ogni possibilità di accoglienza all’interno della comunità fassana la quale, finora, non ha dato ospitalità nemmeno a un rifugiato.
 
La condanna di quanto avvenuto a Soraga è stata assoluta da parte di tutti: partiti, associazioni, amministratori stigmatizzarono in maniera decisa quanto successo ribadendo la storia di accoglienza e rispetto verso tutti delle vallate ladine. Ma le parole da sole non bastano, e allora ecco i fatti concreti come il reperimento degli appartamenti e la decisione di assumersi come collettività la presenza dei migranti.

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