Pozza di Fassa: un altro cane avvelenato dai bocconi

Altri cani avvelenati: è allarme a Pozza di Fassa, dove nel giro di pochi anni sono cinque i cani morti avvelenati da bocconi killer. Una volta addentato il boccone bastano una manciata di minuti e l’animale, che subito si accascia a terra, muore tra atroci dolori.

I proprietari dei cani però sono preoccupati anche per la popolazione, visto che le esche sono state tutte trovate nella stessa area: dopo strada de Fraine per andare all’antico Bagno di Pozza; una strada battuta che è stata attrezzata dal comune di sacchetti e contenitori per deiezioni canine, proprio perché molto frequentata da padroni e cani.

L’area , che si estende per quasi un chilometro, si innesta tra il bivio che porta da una parte alla malga Aloch e dall’altra all’Antico Bagno di Pozza, centro termale rinomato e molto frequentato soprattutto in stagione turistica.

Gli avvelenamenti in questione sono accaduti dal 2010 ad oggi. Per tre cani nei mesi di marzo e gennaio. L’ultimo caso, il più eclatante, risale allo scorso 28 gennaio, quando la giovane cagnolina di nome Kira nel giro di pochi minuti è spirata sotto gli occhi attoniti dei proprietari.
 
È un problema grave quello dei bocconi avvelenati, per la tutela della popolazione e dell’ambiente, oltre che degli animali in pericolo. Il Comune di Pozza si è dimostrato sensibile in tal senso, con il sindaco Tullio Dellagiacoma che proprio ieri ha parlato di seri provvedimenti e in cooperazione con la polizia locale sta preparando degli avvisi che segnalano il pericolo per gli animali domestici.

Sono stati allertati anche i forestali, che da oggi saranno incaricati dall’amministrazione di andare a fondo della questione con ricognizioni e rilevazioni ambientali. Ma il problema è più serio: i bocconi ritrovati nei giorni scorsi, purtroppo, sono stati  posizionati vicino alle abitazioni ed ad un’area di svago per bambini. Proprio ieri sera, durante le varie segnalazioni, diversi bambini giocavano poco distante da dove è stato ritrovato del veleno. Una situazione che non può essere tollerata, anche per l’immagine e la sicurezza della comunità.

Dunque è bene prestare massima attenzione nelle zone segnalate, conducendo gli amici a quattro zampe al guinzaglio, magari muniti di museruola. «In questi casi - come ha spiegato la dottoressa Francesca Povolo del centro veterinario «L’Arca di Moena» - la prima cosa da fare è cercare di far vomitare immediatamente il cane, per salvarlo ed evitare danni ulteriori, o con dell’acqua ossigenata o con dell’acqua e sale. Se, invece, si scopre che il proprio cane ha mangiato qualcosa ed è in crisi convulsiva, bisognerebbe allertare il veterinario zonale e correre il più in fretta possibile da un medico. Il cane inoltre, andrebbe preso in braccio per evitare che si muova e che il veleno entri in circolo più velocemente e se ha crisi convulsive evitare che si faccia male sbattendo testa o arti».

Se si dovessero trovare delle esche nell’area incriminata, inoltre, è saggio cercare di prenderle con guanti e sacchetto e chiamare la polizia locale o, meglio ancora, portarle subito alla Usl veterinaria di Predazzo per fare in modo che possa essere esaminata tramite il protocollo di zoo profilassi. Una cosa è certa: l’area sarà controllata e di certo le autorità di competenza stanno svolgendo tutti gli accertamenti del caso per tutelare popolazione e animali, perchè la vita è un bene da preservare per tutta la comunità, sia a due che a quattro zampe.

comments powered by Disqus