Acqua / Il caso

Diga e bacino sul Vanoi, insorge il Bard: «Da bellunesi diciamo stop alla pianura che sfrutta la montagna»

Il movimento autonomista attacca la Regione Veneto, dopo il no del consiglio alla mozione dell'opposizione che aveva l'intento di fermare il progetto del Consorzio di bonifica Brenta, che spaventa pure i Comuni trentini della zona, contrari anche i municipi e la Provincia di Belluno

PROGETTO Atti inviati in Provincia a Belluno: si valutano azioni
DOLOMITICI Anche la Provincia di Belluno dice no a Venezia
COMITATO «No alla diga sul torrente Vanoi, ecco la nostra battaglia»
TRADITA Belluno: "Dolomiti: la (non) provincia italiana che sta scomparendo”

BELLUNO. Autonomisti bellunesi all'attacco contro la Regione Veneto che intende imporre al territorio un mega progetto idrico, con diga sul torrente Vanoi e grande invaso. Un progetto che riguarda anche il Trentino, al cui confine si prevedono le nuove infrastrutture al servizio, in particolare, delle attività agricole della pianura (l'iniziativa è del Consorzio di bonifica Brenta, con sede a Padova).

I comuni bellunesi interessati (così come quelli trentini) hanno già manifestato contrarietà al contestato mega bacino, idem la Provincia di Belluno la quale, però, dato il proprio status istituzionale, dove soggiacere alle decisioni della Regione Veneto, salvo individuare una strada di opposizione sul piano legale (attualmente l'ente dolomitico sta esaminando il progetto, dopo aver ottenuto dal ministero l'accesso agli atti).

«La discussione avvenuta in Consiglio regionale del Veneto sulla diga in fase di progettazione sul Vanoi ci lascia sbalorditi come bellunesi. Non sappiamo se è arroganza o superficialità, ma quelle affermazioni che sembrano sottintendere che la montagna e le sue popolazioni sono semplici risorse da sfruttare per il benessere delle popolazioni di pianura sono inaccettabili, soprattutto per una popolazione che ha subìto il Vajont», scrive in un comunicato il movimento Belluno autonoma Regione Dolomiti commenta quanto accaduto qualche giorno fa a Venezia.

Non c'è poi solo la – gravissima – posizione sullo sfruttamento della montagna, delle sue popolazioni e delle sue risorse ad uso e consumo della pianura: «Si continua a non parlare del fatto che l'acqua viene praticamente regalata alla pianura: questo non è più possibile. Il valore del bene acqua va riconsiderato e vanno equamente remunerate le popolazioni di montagna che devono subire lo sfruttamento dei bacini a scopo irriguo: pensiamo ai perenni casi del lago di Centro Cadore o del lago di Santa Croce, il cui livello si alza e si abbassa a seconda degli umori della pianura, rendendo impossibile la pianificazione e la crescita turistica di queste aree».

«Ancora una volta, questo dibattito fa capire come la montagna bellunese non può continuare a essere governata dalla pianura veneta. Se dobbiamo aspettare il federalismo regionale e poi intavolare le trattative per il trasferimento di competenze e risorse alla Provincia di Belluno, è evidente che nel frattempo continueremo ad essere il giocattolo degli interessi della pianura, a cui poco o nulla importa della montagna bellunese, delle Dolomiti e, soprattutto, dei suoi abitanti», conclude il Bard rilanciando la lotta per l'autonomia.

Contrarietà al mega progetto hanno espresso con forza anche i Verdi.

In particolare, è intervenuto il circolo di Europa Verde di Bassano del Grappa, che l'estate scorsa aveva affrontato di Bassano del Grappa, di concerto con Europa Verde del Trentino ilt ema per replicare a una mozione proposta in consiglio comunale favorevole al progetto.

"Come è noto - scriveva Europa Verde -, il torrente Vanoi nasce da un valico alpino a sud del Lagorai (Trento), attraversa il Parco naturale di Paneveggio fino al comune di Canal San Bovo (Trento), dove è ubicata la Casa dell’Ecomuseo del Vanoi. Infine, lungo la Val Cortella (Belluno), si immette nel torrente Cismon, affluente del fiume Brenta.

L’ipotesi di realizzazione di un invaso nel torrente Vanoi sembrerebbe dover interessare il tratto terminale del torrente Vanoi, in Val Cortella, dove confluisce nel torrente Cismon.

Osserviamo che la Val Cortella, come documentano anche i giornali, nel 2010 è stata colpita da una frana, e che questa stessa Valle ci risulta essere al momento inserita nella classe più elevata di pericolosità (P4) della CSP (Carta di Sintesi della Pericolosità) stilata dalla Provincia Autonoma di Trento.

Osserviamo inoltre che, come è noto, nel bacino montano del Brenta, ed in particolare nel sottobacino del torrente Cismon esistono già 4 invasi: quello della Val Noana (TN); quello di Val Schener (TN), poco a monte della confluenza con il torrente Vanoi; quello di Ponte Serra, posto a monte della confluenza con il torrente Senaiga (BL), e quello del Corlo (BL).

Come Europa Verde auspichiamo e sollecitiamo ulteriori e approfondite valutazioni tecniche, eseguite da esperti in materia, invece di procedere con mozioni e delibere di giunta regionali che, come dichiarato nelle stesse, hanno un mero valore politico-programmatico ma nessun valore tecnico-contabile".

comments powered by Disqus