Dolomiti / La tragedia

Diego Zanesco, quell'ultima arrampicata sulla Tofana di Rozes in free solo: addio alla nota guida alpina

L'incidente fatale per una figura di primo piano dell'alpinismo altoatesino, che ha perso la vita su una delle celebri pareti che sovrastano Cortina d'Ampezzo (Belluno): la stava scalando in solitaria e senza corde, quando è accaduto l'irreparabile. La salma è stata recuperata, con difficoltà, questa mattina. Pochi giorni fa lo scalatore della val Badia aveva portato Oliver Stone sul Lagazuoi

IL DRAMMA Tofana di Rozes: precipita e muore guida alpina della val Badia
LA STORIA
Oliver Stone in visita sulle Dolomiti

BELLUNO. È morto, mentre stava scalando la Tofana di Rozes, a Cortina d'Ampezzo, in free solo, cioè in solitaria e senza corde, la nota guida alpina altoatesina Diego Zanesco.

Il 62enne, alpinista di altissimo livello sia su roccia che su ghiaccio, aveva nel suo palmares centinaia di vie aperte, molte delle quali appunto da solo. La famiglia Zanesco, originaria di Bressanone, ha un forte legame con la montagna e con il Cai.

Una decina di anni fa tre generazioni degli Zanesco avevano effettuato un trekking in Nepal: la 72enne mamma Tylli, il figlio Diego, che fungeva anche in questa occasione da guida, e il nipote Raphael avevano percorso la strada, sacra per i buddisti nepalesi, all'interno del parco nella valle del Khumbu, fino a raggiungere la cima Kala Pattar a quota 5.550 metri nella zona dei campi base dell'Everest. Ciuffo grigio e uno sguardo deciso ma anche allegro.

Diego assomigliava a Luis Trenker, il regista sudtirolese di film di montagna in bianco e nero. Da qualche anno si era trasferito in val Badia per motivi professionali.

Solo pochi giorni fa aveva accompagnato in montagna Oliver Stone. Il regista americano e sua moglie Chong volevano infatti documentarsi sui combattimenti sulle Dolomiti durante la Prima Guerra Mondiale. Per questo motivo Zanesco aveva portato la coppia sul Lagazuoi, sopra passo Falzarego (Belluno).

"Sono una guida alpina da molti anni. In tutti questi anni ho scalato con molti principianti, scalatori avanzati e alcuni alpinisti davvero famosi. Avrei molte storie da raccontare, ma è meglio scalare di più e parlare di meno".

Con queste parole il 62enne si presentava sul suo sito enrosadira.eu.

Non ci sono testimoni dell'incidente. Il corpo è stato recuperato stamane dal soccorso alpino, dopo l'allarme dato ieri sera dalla moglie, preoccupata perché non aveva ricevuto sue notizie. Ha contattato un amico che a sua volta ha fatto partire la segnalazione al Soccorso alpino.

Si sapeva che lo scalatore era diretto sulla Tofana di Rozes. Ritrovato il suo furgone parcheggiato al rifugio Dibona, con il cellulare rimasto all'interno.

Un elicottero del Suem di Pieve di Cadore (Belluno) ha effettuato una ricognizione sul Primo e Terzo Spigolo della Tofana di Rozes, senza esito, per poi localizzare il corpo durante il sorvolo lungo la Via Eotvos - Dimai.

A causa dell'imbrunire il corpo è stato recuperato solo questa mattina.

[foto credits: Soccorso alpino / Belluno]

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