Montagna / L'allarme

Bruciano i boschi: continua a preoccupare il rogo in valle del Chiese, fiamme anche sull'altopiano di Asiago

Il clima sempre secco e ventoso facilita l'espandersi dei roghi, oggi il Canadair in azione a Foza si riforniva sul lago di Caldonazzo. In entrambi i casi fra le ipotesi c'è l'azione di un piromane. Sulle Dolomiti bellunesi continua da giorni lo spaventoso incendio vicino a Longarone e resta chiusa la strada principale per la val di Zoldo

VALLE DEL CHIESE Il rogo nei boschi in valle del Chiese
LONGARONE Valle del Piave avvolta dal fumo, boschi in fiamme

TRENTO. Un incendio sta colpendo da stamane una vasta area boschiva dell'Altopiano di Asiago (Vicenza), nel comune di Foza, in contrada Tommasini.

Per le operazioni di sepgnimento viene impiegato anche un Canadair che oggi si è ripetutamente rifornito d'acqua nel lago di Caldonazzo.

Ben visibile sul cielo nella zona di Pergine e del lago, il velivolo è entrato in azione dopo l'allarme, lanciato lanciato da alcuni passanti attorno alle 10 di questa mattina.

Oltre a questo incendio ai confini del Trentino col Veneto, resta aperto il pauroso rogo boschivo in valle del Chiese (nella foto), che dopo oltre una settimana si è spostato a cavallo con il territorio lombardo, sui monti sopra Bondone

Qui l'incendio ormai si è mangiato almeno 300 ettari di boschi fra Bondone e la Val Vestino: un centinaio di ettari in Trentino, il resto nel Bresciano.

Ancora gran lavoro per i vigili del fuoco: cominciano al mattino l’elicottero e il Canadair a gettare acqua. E arrivano anche i pompieri volontari, che da dieci giorni cercano inutilmente di fermare le fiamme.

Diciamo che perlomeno hanno rallentato la corsa verso i fienili e le cascine dell’Alpo, la montagna sopra Bondone, portando in quota cisterne e vasconi e tracciando le linee tagliafuoco. Ma il terreno è troppo secco: talmente riarso che bruciano le radici sotto terra fino ad una profondità di 30 o 40 centimetri.

A peggiorare le cose c'è sempre il vento, che soffiava anche oggi, che espande le fiamme.

Per tornare all'incendio di Asiago, sul posto stanno lavorando numerose squadre dei vigili del fuoco dell'altopiano, di Vicenza e di Thiene, oltre ai volontari della Protezione civile.

La zona è molto impervia da raggiungere, per questo è stato chiesto l'intervento di velivoli per il lancio di acqua dall'alto. Il rogo potrebbe essere doloso.

Indagini in corso da parte degli stessi pompieri e dei carabinieri di Asiago: l'atto doloso è ritenuto probabile per la presenza di almeno 3-4 focolai diversi, distanziati tra loro di alcune centinaia di metri. Per consentire le operazioni di spegnimento e per motivi di sicurezza è stata chiusa al traffico la strada regionale che collega Gallio con Foza.

In serata era ancora alto l'allarme sull'Altopiano dei Sette Comuni: nel tardo pomeriggio incendio non risultava ancora domato.

I vigili del fuoco e i volontari hanno lavorato tutto il giorno senza interruzioni, anche con l'utilizzo di due elicotteri, tra cui il "Nuvola Rossa" del comando nazionale dei pompieri.

Se il Canadair è volato su Caldonazzo, gli altri due velivoli hanno effettuato diversi sorvoli gettando centinaia di litri d'acqua, rifornendosi nel lago di Corlo, nel comune di Arsiè (Belluno).

A causa della siccità ma anche del forte vento, le fiamme si sono ulteriormente estese durante il giorno, distruggendo altri ettari di bosco, composto per buona parte da abeti.

Rimane interdetta la circolazione viaria sulla provinciale "Valgadena", chiusa da stamane tra Gallio e Foza, anche per il rischio frane e per il denso fumo.

Sempre in Veneto, ma più a nord, in provincia di Belluno, resta sempre attivo il vasto incendio sulle vette fra Longarone e la val di Zoldo: il lavoro dei vigili del fuoco prosegue ormai da una decina di giorni ma domare le fiamme è complicato.

Nella notte fra domenica e oggi, in alcuni punti l'ioncendio si è esteso dalle cime verso il basso, fino a lambire la provinciale 251 della Val di Zoldo, strada che resta chiusa e chissà quando potrà essere riaperta.

Per la vallata turistica dolomitica si tratta di un semi-isolamento, visto che si tratta dell'unica direttrice non complessa per raggiungere i paesi cullati da cime celebtri, come il monte Pelmo: restano le vie attraverso i valichi di Cibiana (dal Cadore), del Duran (da Agordo) e dello Staulanza (dall'Alto Agordino).

Migliora almeno la qualità dell'aria, dopo che per giorni le autorità sanitarie avevano invitato la popolazione a evitare le attività all'aperto e a indossare mascherine ffp2, contro le polveri sottili, qualora fosse stato necessario uscire dagli edifici della zona.

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