Viaggi / Il racconto

L’impresa di Di Palma: “Marrakech Express” ma in formato bicicletta

Con la fidanzata Federica ha pedalato per 3.400 km, da Dro al Marocco: 51 giorni di viaggio, 43 passati in sella

di Claudio Chiarani

ALTO GARDA. «Dai pedali alle ali» è stato il primo post sul suo profilo instagram che il base jumper Maurizio "Mauri" Di Palma, residente a Dro e vero "guru" mondiale del salto con paracadute da postazioni fisse quali antenne, exit su terra, ponti e grattacieli o altri edifici molto alti (l'acronimo Base, infatti, questo significa: Buildings, Antennas, Span, Earth) ha scritto sul suo canale social.

Quarantatré giorni senza saltare e spiccare il volo è stata lunga per te, ma ci racconti il vostro viaggio? Perché con te c'era la tua fidanzata Federica, vero?

«Lei si merita una medaglia speciale, e io desidero tanto mettergliela al collo. Ha pedalato al mio fianco, e io oggi quando siamo appena tornati mi chiedo ancora come abbia potuto reggere quest'avventura. Lei è il vero "mito", credetemi, senza ombra di dubbio. Sono orgoglioso di lei e se dico che qualcuno lassù lo è più di me, allora è davvero una dura».

Di Palma non lo dice, ma noi crediamo che Federica abbia pedalato per onorare la memoria di suo padre Giuseppe, mancato incredibilmente alla vita quando era il momento di godersi il frutto di tante fatiche.Passiamo al giro in bicicletta, allora, dopo il Vietnam, il giro d'Italia quest'incredibile pedalata fino al Marocco lungo le strade italiane da Dro fino alla Liguria, la Francia, la Spagna, lo stretto di Gibilterra (a bordo di un traghetto, ovvio) e la meta finale Marrakech.

«Ebbene sì, anche questo "giro" in bici è giunto al termine - racconta - ma prima di tornare nel mio elemento ho voluto raccogliere in un collage di foto alcuni momenti di questo lungo ciclo viaggio. È difficile racchiudere quarantatré giorni in un minuto di racconto o momento social, e l'impresa è ancora più ardua se cerco di trasmettere le emozioni che un viaggio simile può regalare».

I numeri, vogliamo un po' di numeri...

«Abbiamo chiuso pedalando per 3.400 chilometri totali e un dislivello di 23.000 metri e oltre. Il tutto "spalmati" su cinquantuno giorni effettivi di viaggio di cui quarantatré in sella. È stata certamente un'avventura il cui ricordo resterà in noi a lungo. Come dimenticare il freddo patito nelle prime tappe, le albe incredibili sul Mediterraneo, i tramonti di fuoco sull'Oceano Atlantico, le colline della Provenza ahimè spesso sferzate dal Maestrale, oppure le bellissime distese delle Camargue nel sud della Francia dove abbiamo incontrato cavalli allo stato brado e oasi di fenicotteri rosa».

Poi la Spagna e la sua interminabile costa.

«Sì, Spagna che ci ha impegnato per quasi un mese, un Paese dove cultura, tradizione e città cosmopolite si alternano a scenari da Far West, il tutto condito da salite spacca gambe. Poi, passato lo stretto di Gibilterra è iniziato un viaggio nel viaggio».

In che senso?

«Nel senso che il Marocco ci ha coccolato come solo il suo popolo sa fare: ossia a colpi di tajine e tè alla menta. Tangeri è stata una piacevole scoperta, la storica Rabat, la frenetica Casablanca e infine la meta finale, la festosa Marrakech con la sua folle piazza Jamaa el Fna "condite" tra chilometri di pianure e deserti di roccia, costellati da villaggi berberi che il viaggio in bici dà la possibilità di scoprire e apprezzare».

Insomma, ancora una volta per Di Palma un ciclo-viaggio che è stato all'altezza delle aspettative.

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