Salute / L’idea

A piedi nudi nel bosco di Ledro, inaugurato il percorso benessere

Un sentiero libero in località Faggio (Val Concei) in cui camminare scalzi, su vari tipi di terreno: legno, erba, sabbia, acqua, fango, ghiaia, corteccia. Il progetto è stato realizzato dall’amministrazione ledrense in collaborazione con la Rete delle Riserve, messo a punto da Seneci e Arco Pegaso

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di Paola Malcotti

LEDRO. In un primo momento, quando a metà giugno i lavori avevano preso avvio, sembrava un cantiere allestito nel bosco, e le lamentele circa la tempistica, non esattamente in sintonia con la stagione turistica, non si erano fatte attendere. Ora che il percorso sensoriale "barefoot" è pronto (il taglio del nastro ieri, mercoledì 9 agosto alle ore 11), la pineta in località "al Faggio", in fondo alla Val Concei, promette di diventare uno dei luoghi di maggior attrazione di tutta la valle.

Prendendo spunto da quanto proposto a Rabbi, Moena e nel Primiero, anche Ledro si appresta ora ad offrire a residenti e turisti un tracciato dedicato alla passeggiata armonica a piedi nudi nel bosco. Nata in Nuova Zelanda negli anni Sessanta, e poi velocemente diffusasi in tutto il centro-nord Europa, la pratica del "barefooting" (dall'inglese barefoot, che significa "scalzo") consiste in un'attività sensoriale outdoor che permette di riconquistare l'approccio alla camminata a piedi nudi, ritrovare la postura che si era persa ancora da bambini con l'uso delle scarpe e sperimentare a livello tattile il terreno naturale.

Tale iniziativa, che si inserisce nel programma di azioni della Rete delle Riserve, consentirà ai fruitori di conoscere in modo più approfondito il patrimonio naturalistico locale ed è a tutti gli effetti considerata un'attività a basso impatto ambientale (per la realizzazione del tracciato è stato fatto impiego di energie rinnovabili e di risorse a chilometro zero), in linea con l'idea di turismo e di sviluppo sostenibili di cui la Rete è promotrice.

Il progetto, che ha un costo complessivo di 91mila euro, finanziato per metà dal Comune e per metà dalla Rete delle Riserve, di cui Ledro è ente capofila, è stato messo a punto dall'ingegner Francesco Seneci e dalla cooperativa Arco Pegaso nell'area di prato e bosco in cui già si trova il parco "Fata Gavardina", in fondo alla Val Concei, a lato delle statue in legno modellate dagli scalpellini dell'associazione LederLegn e del torrente Assat; consiste in un sentiero dedicato alla sperimentazione di diversi tipi di terreno, con una derivazione d'acqua, una recinzione di delimitazione, arredi ricreativi e specifica cartellonistica.

Un percorso a libero accesso in cui camminare a piedi nudi su vari tipi di terreno recuperati da materiali di natura e origine diversa, e godere di sensazioni piacevoli e contrastanti al calpestio. Legno, erba, sabbia, acqua, fango, pietre, ghiaia, corteccia, noccioli di ulivo, solo per citarne alcuni, si alternano tra loro: chi vi passeggia ha la possibilità di connettersi in modo profondo e autentico con la natura, di vivere meglio l'ambiente circostante ed affinare non solo il tatto ma anche gli altri sensi.

«Camminare scalzi e sentire sotto i piedi l'erba bagnata o i granelli di sabbia, sentire il calore dei sassi o il fresco dell'acqua del ruscello - spiegano gli esperti - ci consente di prestare attenzione a ogni singolo passo. A piedi nudi si sperimenta in modo diretto la diversa consistenza, temperatura, porosità, dei materiali. Il "barefooting" è adatto a tutte le età: fa bene alla circolazione e alla postura, favorisce il rilassamento e la tranquillità, in particolare se abbinato ad una sessione di yoga, ci fa sentire il nostro respiro e quello del bosco. È un'esperienza che fa bene al cuore e all'animo, un'immersione totale nella natura».

«Il percorso "barefoot" era stato pensato ancora anni fa, sia con l'Apt sia con la Rete delle Riserve, poiché abbraccia perfettamente la filosofia che intendiamo perseguire per il turismo di Ledro - è il commento del sindaco Renato Girardi - E' una novità che piace e funziona: permette a turisti e residenti di scoprire un luogo delicato, decentrato rispetto alla fascia lago, e di frequentarlo in silenzio, a ritmo lento. Lo inauguriamo con grande soddisfazione».

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