Missione "recupero anfibio Dukw" affondato in guerra a Torbole nel 1945

Un sottomarino inizierà oggi a scandagliare il lago alla ricerca del relitto

di Barbara Goio

È arrivato a bordo di un enorme camion proveniente dalla Spagna il sottomarino che da oggi inizierà ascandagliare il lago a una profondità di 276 metri per raccogliere il maggior numero di informazioni sul relitto del «Dukw», il mezzo anfibio americano che si inabissò al largo di Corna di Bo’ il 30 aprile 1945 con 26 militari americani a bordo: di loro solo uno si salvò, il caporale Thomas Hough, perché ebbe la prontezza di spirito di non farsi prendere dal panico e mettere a frutto quello che aveva imparato come bagnino. L’operazione di ricerca proseguirà fino a giovedì, con un paio di missioni al giorno, sempre ovviamente se il meteo lo permetterà. Sul mezzo subacqueo di proprietà della società Icitneu saliranno a bordo due persone oltre al pilota, che faranno a turno, per permettere a ricercatori e cineoperatori di raccogliere più informazioni possibili: importante è infatti sapere se i corpi dei 25 soldati americani possano essere recuperati e se anche il relitto in qualche modo possa essere trainato più vicino a costa e poi riportato in superficie. Ci lavorerà il team di Brett Phaneuf, il fondatore della società no profit ProMare, da anni coinvolto nelle ricerche del «Dukw».

Quindi giovedì in piazzetta Lietzmann a Torbole si terrà una cerimonia in memoria dei militari morti, proprio davanti alla lapide celebrativa posta due anni fa. Ci saranno soldati americani provenienti dalle basi Usa e i volontari delle diverse associazioni coinvolte nelle laboriose ricerche storiche.
Ci sono voluti anni per identificare il luogo dove il «Dukw» aveva trovato pace: ancora nel 2004 c’erano state delle indagini molto serrate ma si è dovuto attendere il 2012 perché i «Volontari del Garda» riuscissero dopo una ventina di sessioni sonar su un’area di 7 milioni di metri quadri a trovare il relitto, che venne filmato con un ROV. Si scoprì che era nel fango a 276 metri di profondità, a circa un chilometro dalla costa. Ancora non si sa dove si trova un obice che apparteneva al «Dukw».

Ben Appleby, dell’associazione «Benàch» che si occupa di ricerche storiche, è molto emozionato. «Non possiamo sapere - spiega - come sono le condizioni dei corpi dopo tutto questo tempo. Ma sarà importante stabilire con opportune tecniche non invasive qual è la situazione e lo spessore del metallo dell’anfibio, per poter capire se è possibile spostarlo senza danneggiarlo. Inoltre ogni fase sarà documentata e ci sono già dei contatti per farne un documentario, magari in collaborazione con History Channel». Nel frattempo Appleby mantiene anche i contatti con alcune famiglie dei soldati annegati nel lago e con l’associazione americana «Reduci e famigliari della decima divisione da montagna».

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