La nostra «carne salada» ottiene il marchio «De.co»

Dopo periodi di oblio e scarsa richiesta, da tempo si sta imponendo sia sulle tavole ricche sia su quelle povere, ma soprattutto su quelle extra-regionali (e talvolta internazionali), non solo nei ristoranti o nella grande distribuzione, ma anche nelle piccole macellerie al dettaglio di molte città italiane

La carne salada è «De.co» denominazione d'origine sovraccomunale dei comuni dell'Alto Garda e Ledro. Dopo periodi di oblio e scarsa richiesta, da tempo si sta imponendo sia sulle tavole ricche sia su quelle povere, ma soprattutto su quelle extra-regionali (e talvolta internazionali), non solo nei ristoranti o nella grande distribuzione, ma anche nelle piccole macellerie al dettaglio di molte città italiane. La carne salada è il primo piatto tipico a fregiarsi della «De.co» voluta per valorizzare e salvaguardare la produzione tipica del mondo agricolo, i piatti della tradizione e i prodotti artigianali d'eccellenza, caratteristici del territorio, allo scopo di tutelare e custodire il lavoro, le abitudini e gli usi della gente del posto. 


A dare impulso alla certificazione sono stati 5 produttori locali - a Riva del Garda la macelleria Bertoldi, la Pregis e la Coop Alto Garda di piazza Mimosa, ad Arco la Fiore salumi e a Bezzecca la macelleria Massimo Cis - che a breve apporranno sulle confezioni il logo della «De.co» dell'Alto Garda e Ledro, garanzia del rispetto di un preciso disciplinare che ricalca fedelmente il sistema tradizionale tipico di tutto il Basso Sarca e della valle di Ledro. Altri produttori potranno aggiungersi, impegnandosi a rispettare il disciplinare. Ad esaminare la richiesta e ad accoglierla è stata l'apposita Commissione, composta dai rappresentanti dei sette Comuni di Riva del Garda, Arco, Nago-Torbole, Dro, Tenno, Ledro e Drena, della Comunità di Valle, di Ingarda e del Consorzio delle Pro loco della Valle di Ledro. 

La carne salada «De.co» è ottenuta secondo tecniche di conservazione tradizionali partendo dal taglio anatomico della coscia di manzo, e deriva dall'uso tipico del mondo contadino di una macellazione che sfruttava ogni minima parte dell'animale, e che perciò prevedeva, per le parti che non erano consumate subito, la conservazione secondo le tecniche di salagione e affumicatura.

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