Bolzano, profugo travolto dal treno Cercava di salire su un un «merci»

Potrebbe essere minorenne il profugo eritreo ucciso la scorsa notte da un treno nella stazione di Bolzano nel tentativo di salire su un treno merci diretto in Austria. Il giovane si era allontanato da un centro di accoglienza di Messina per raggiungere la Germania. In passato è stato controllato e registrato due volte su territorio italiano, dichiarando una volta di avere 16 e l’altra volta invece 21 anni, si è appreso dagli inquirenti.

Nelle scorse settimane il giovane, come migliaia di altri migranti, aveva risalito la penisola verso nord, facendo tappa a Roma, Milano e infine a Bolzano, nella speranza di arrivare in Austria e poi in Germania. Non è ancora chiaro, da quanto tempo si trovasse in Alto Adige.

La scorsa notte il ragazzo era in compagnia di tre connazionali, anch’essi probabilmente minorenni. Il gruppetto evidentemente voleva salire su un treno merci in transito diretto al Brennero, quando è stato travolto da un treno regionale che sopraggiungeva dall’altra direzione.
Solo dopo alcune ore sono stati rintracciati i tre amici, visibilmente scossi dall’accaduto.

L’inchiesta, coordinata dal pm Luisa Mosna, viene condotta dalla polfer e dalla squadra mobile della Questura di Bolzano.
Con il rafforzamento su territorio italiano dei controlli sui treni passeggeri, i migranti tentano a volte di raggiungere la Germania su treni merce.


 

A Bolzano uno straniero ha perso la vita ieri sera, verso le 20, investito da un treno nella zona in cui la ferrovia lambisce via Renon vicino alla stazione.

Si trattava di un giovane profugo eritreo che, secondo una prima ricostruzione, si trovava nei pressi dei binari per cercare di salire al volo su uno dei treni merci diretti verso la Germania.

Purtroppo il ragazzo è stato investito da un convoglio regionale. A quanto pare con lui c'erano altri richiedenti protezione internazionale, che hanno assistito al tragico episodio.

Sarebbero piuttosto frequenti i tentativi dei profughi temporaneamente accolti a Bolzano di salire sui treni merci per raggiungere la Germania o altri Paesi europei.

«La morte di un uomo alla stazione di Bolzano solleva molti interrogativi. Merita un rumoroso silenzio. Mi ricorda che milioni di persone muoiono ogni anno a causa della carenza di cibo e di acqua, provocata dall’ingiusta distribuzione delle risorse a livello planetario»: loscrive in Facebook il direttore della Caritas altoatesina Paolo Valente.

«Mi ricorda - prosegue - le decine di donne e uomini che ogni giorno muoiono a causa delle guerre, in Siria e altrove. Mi ricorda i milioni di persone che a causa di miseria e conflitti hanno abbandonato la loro terra e, benchè in minima parte, bussano alla nostra porta. Mi ricorda gli oltre quattromila che anche quest’anno sono annegati nelle acque del Mediterraneo. Mi ricorda il mancato funzionamento del sistema di accoglienza delle persone a livello europeo. Mi ricorda quanto pesano i populismi, le intolleranze e gli egoismi sulle scelte (e non scelte) dei nostri governi. Mi ricorda l’inadeguatezza di tutte le nostre risposte a un fenomeno che ci imporrebbe un radicale ripensamento del nostro stile di vita».

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