Leali pronto ad investire a «Campicioi»

A «Campicioi», a Pinzolo, è interessato ad investire  Domenico Alcide Leali , imprenditore della famiglia Leali di Odolo (Brescia), quella che ha il tondino e l'acciaio nel dna, la stessi dell'acciaieria di Borgo Valsugana. Dalla siderurgia, Leali è passato per una quindicina d'anni ad occuparsi di voli, creando Air Dolomiti, compagnia aerea che nel 2003 ha ceduto alla Lufthansa. Quindi all'alberghiero d'élite: nel 2008, a Gargnano, ha aperto, con la moglie  Liliana Bresciani  ed il figlio  Alcide jr , il Lefay Resort, il primo Resort 5 stelle lusso sul lago di Garda, in uno splendido parco naturale di 11 ettari

PINZOLO - A «Campicioi», a Pinzolo, è interessato ad investire  Domenico Alcide Leali , imprenditore della famiglia Leali di Odolo (Brescia), quella che ha il tondino e l'acciaio nel dna, la stessi dell'acciaieria di Borgo Valsugana. Dalla siderurgia, Leali è passato per una quindicina d'anni ad occuparsi di voli, creando Air Dolomiti, compagnia aerea che nel 2003 ha ceduto alla Lufthansa. Quindi all'alberghiero d'élite: nel 2008, a Gargnano, ha aperto, con la moglie  Liliana Bresciani  ed il figlio  Alcide jr , il Lefay Resort, il primo Resort 5 stelle lusso sul lago di Garda, in uno splendido parco naturale di 11 ettari.


In Trentino, il progetto originario della famiglia Leali era quello di rilanciare la stazione turistica di Tremalzo con la costruzione di un hotel da 390 posti letto nella conca a 1600 metri di quota in valle di Ledro. Tra mille polemiche, ricorsi e dubbi sulla tenuta economica, oltre che paesaggistico-ambientale, del progetto, alla fine Leali ha rinunciato a Tremalzo. E l'interesse s'è spostato su Pinzolo, chiedendo però di poter realizzare anche volumi residenziali accanto ai posti letto in hotel.
Qui, com'è noto, è stato progettato il «Campicioi Hotel Resort», un quattro stelle che ha suscitato una montagna di discussioni. La previsione dell'area alberghiera è del 2003 (giunta  Mauro Mancina ). Poi, nell'agosto 2008 (amministrazione  William Bonomi ), il consiglio comunale ha dato il via libera all'investimento approvando il piano di lottizzazione. Sui 9.709 metri quadri incolti ai piedi del Doss del Sabion, tra la stazione di partenza della funivie e il ponte per Carisolo, potrebbe sorgere il più grande hotel di Pinzolo ed uno dei più del trentino, suddivo in tre blocchi contigui, per 170 stanze, 350 posti letto, wellness, piscina, saune, etc. In previsione, 17-18 milioni di investimento.


Fin qui, però, non se n'è fatto nulla, e la previsione del Prg disegnato dall'architetto  Enzo Siligardi  ha mostrato solo il suo risvolto speculativo. I proprietari pro-tempore, gli eredi Collini (tra cui la moglie dell'ex presidente della Funivie di Pinzolo, Toni Masé), infatti, nel 2010 hanno monetizzato, ceduto l'area, attraverso l'immobiliarista  Valter Bonomi , e incassato un paio di milioni di euro. Il nuovo proprietario, la Fin-Gi.As. srl di Codogno (Lodi) che fa capo alla Gianbi srl del geometra  Gianpiero Bianchi  e di un paio di fiduciarie, ha avviato una serie di trattative per «valorizzare» Campicioi, sulla base del progetto di resort progettato dall'architetto  Aldo Marzoli . È qui che spunta il nome della famiglia Leali. La trattativa, come dev'essere, è coperta da riserbo. «Posso solo dire» dice da Codogno il geometra Bianchi «che fino ad ora la crisi economica ha messo in stand-by l'operazione. Vi sono delle trattative in essere, ma è presto per parlarne».


Leali, accompagnato da Valter Bonomi e da un progettista, ha presentato la sua proposta al sindaco William Bonomi ancora lo scorso anno. La proposta è quella di modificare il progetto Marzoli, per realizzare un cinque stelle di lusso. Leali chiede però anche, e questo è un elemento problematico, di poter realizzare cinquemila metri cubi di residenze, alloggi collegati al resort. Solo che «secondo case» non se ne possono più realizzare, a meno che, in considerazione della rilevanza strategica dell'investimento per lo sviluppo locale, la Provincia, su richiesta del Comune, non conceda una deroga alla «Legge Gilmozzi».

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