Sport / Ciclismo

Giro, una fuga da record nella tappa partita dal Mart: vince Bettiol

La spettacolare partenza dalla cupola del museo di Rovereto, poi la fuga con il gruppo della maglia rosa Bernal che arriva sul traguardo con oltre 23 minuti di distacco

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ROVERETO. Alberto Bettiol mette la firma sul Giro d'Italia aggiudicandosi la tappa più lunga dell'edizione 2021, quella partita da Rovereto sotto la cupola del Mart, in mezzo a una folla in festa che ha “scortato” i ciclisti per le vie del centro roveretano e sulle strade del Basso Trentino.

Sui 231 km della Rovereto-Stradella, il corridore della EF Education-Nippo taglia il traguardo in solitaria. Dopo l'attacco che riceve il benestare del gruppo ai 60 km da parte di 23 uomini sul tratto pianeggiante della frazione che attraversa la Pianura Padana, ci prova Remi Cavagna ai -25 ma il francese si inchioda a poco più di 6 km dall'arrivo.

Sulle sue tracce c'e' uno strepitoso Bettiol, che ne ha per andare sino in fondo e fiaccare anche la resistenza di Nicolas Roche (Team DSM), poi solamente terzo e superato da Simone Consonni (Cofidis).

Il Giro parte dalla cupola del Mart: uno show nello show

Che il Giro d'Italia sia uno show sportivo nessuno lo mette in dubbio, ma la partenza della tappa da Rovereto, sotto la cupola del Mart, è stata uno show nello show. Perché vedere i ciclisti pedalare nella piazzetta del Museo è stato veramente unico, così come il biglietto da visita di Rovereto e del Trentino che dopo tappa di ieri da Canazei alla Sega di Ala ha regalato un altra pagina "strategica" per il nostro turismo. Alla fine, ha vinto Bettiol (selezione di foto di Gianni Cavagna, del profilo twitter ufficiale del Giro e dell'Ufficio stampa della Provincia)

«Era una delle ultime chance, una vittoria voluta e cercata. Ringrazio la squadra che mi ha permesso di andare in fuga, abbiamo Hugh Carthy che è quinto e il nostro obiettivo è quello di andare sul podio», sono le parole di Bettiol, trionfatore al Fiandre 2019. Che poi non trattiene l'emozione al momento della dedica: «Da tutto il giorno ce l'ho in mente, penso al mio vecchio manager, Mauro Battaglini: non riesce ancora a passarmi la sua mancanza, spero mi abbia visto».

Il gruppo maglia rosa, invece, non forza e arriva con 23'30" di ritardo. 

Distacchi congelati per il leader Egan Bernal, che mantiene i 2'21" di vantaggio su Damiano Caruso e i 3'23" su Simon Yates. Tutto ancora in bilico e da vivere sulle salite della 19a e 20a tappa prima della cronometro finale. «E' stata una giornata lunga - dice il colombiano della Ineos Grenadiers -. Abbiamo un vantaggio ma in una giornata si può perdere tutto. Devo correre anche un po’ con la testa, quando ci sarà da scattare e attaccare penso che lo farò. La schiena è a posto».

Può continuare a sognare anche Damiano Caruso: «So di avere una grande occasione e la voglio vivere fino alla fine - le parole dell'azzurro, per una volta non al lavoro del capitano di Bahrain Victorious - Cambia parecchio perché non esiste momento di riposo o distrazione, l'errore può essere fatale».

Assieme al gruppo è arrivato anche Vincenzo Nibali, che ha comunque deciso di onorare il Giro dopo la caduta di mercoledì mentre hanno alzato bandiera bianca Giulio Ciccone e Remco Evenepoel. E per lo Squalo, così come per tutta la carovana ancora in corsa, non ci sarà un attimo di tregua: domani la Abbiategrasso-Alpe di Mera, 166 km e con l'arrivo in salita che potrebbe sparigliare le carte della generale.

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